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L'aria che tira, Matteo Bassetti: "Una legge lo permette ma non lo facciamo". Ecco le carte: il disastro di Speranza sul vaccino

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San Marino ha fatto da sè e "senza passare da nessuna autorizzazione - spiega Myrta Merlino a L'Aria Che Tira - lo ha iniettato". In collegamento proprio il direttore dell'Istituto Superiore di Sanità della piccola repubblica indipendente, Franco Rabini. "Il 30 per cento della nostra popolazione è già coperto dalla prima dose", ammette su La7. Stando ai calcoli a a fine maggio a San Marino sarà finita la campagna vaccinale. "Siamo in linea con Matteo Bassetti - prosegue nella sua spiegazione Rubini -, stiamo correndo e anche molto. Abbiamo avuto 37 mila dosi del vaccino contro il coronavirus Sputnik e questo ci permette di andare veloci". Immediata la domanda della conduttrice che subito si preoccupa degli eventuali "effetti collaterali". "Esattamente gli stessi che abbiamo riscontrato con le altre vaccinazioni", replica il numero uno dell'Iss. Insomma, nulla di grave. Di più, "abbiamo iniziato due studi con lo Spallanzani e l'ospedale di Bologna per vedere come reagisce il corpo all'immunizzazione".

 

 

In Italia invece tutto è fermo, con l'Europa ancora una volta imbelle. "Noi studiamo e loro vaccinano, ci spiazza", non può che commentare la Merlino. Ed ecco che a quel punto è proprio Bassetti, anche lui ospite della puntata, a intervenire: "Forse loro possono muoversi anche diversamente. Noi abbiamo la legge 648 che permette di comprare vaccini extra Ue, ma non lo facciamo". Non solo, perché l'infettivologo del San Martino di Genova descrive la presenza di numerose "dosi pronte già domani", non provenienti dal mercato nero, ma dai "grossisti ufficiali". A quel punto la domanda di Bassetti sorge spontanea: "Costano più ma si può fare e allora perché non lo facciamo?".

 

 

Una domanda che oggi più che mai rischia di indignare parecchie. AstraZeneca infatti non ha ancora risposto alla lettera inviata da Bruxelles lo scorso 19 marzo, dove veniva chiesto al colosso anglo-svedese di rispettare i propri impegni contrattuali con l'Europa entro "un periodo di 20 giorni". Periodo, scaduto già tre giorni fa, l'8 aprile 2021. 

 

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