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Giampiero Mughini, "ho detto addio ai comunisti. Ma...". Impensabile confessione politica: "Chi voto oggi"

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Giampiero Mughini racconta la sua rottura con la sinistra. "Mi sono dimesso dall'estremismo. Non ne potevo più dei partitini di Mario Capanna, di Lotta Continua implicata nel delitto Calabresi, di Luciano Lama cacciato dall'Università. Volevo chiudere con un mondo che giustificava i terroristi come compagni che sbagliano". Il giornalista ricorda poi la sua simpatia per il Psi: "Mi avvicinai ai socialisti che erano usciti dal Pci dopo i fatti d'Ungheria, nel 1956. Stimavo Antonio Giolitti, Luciano Cafagna, Giorgio Ruffolo, Giuliano Amato. E Bettino Craxi. Ma non ho mai avuto tessere di partito. Sono stato anticomunista, ma ho frequentato molti personaggi del comunismo italiano, da Piero Ingrao a Giorgio Amendola,da Alfredo Reichlin a Paolo Bufalini. Quando entravo nella stanza di Bruno Trentin alla Cgil mi sembrava di mettere piede in un tempio, tale era il suo carisma. Sono stato amico di Emanuele Macaluso, una figura leggendaria. Erano uomini di una statura incomparabile se confrontata con i politici di oggi", ricorda in una intervista a Repubblica.

 

 

 

Feroce le critiche del mondo della sinistra nei suoi confronti: "Non mi hanno m ai perdonato i miei guadagni in tv, è diverso. Ho avuto successo. Mentre loro perdevano tempo a criticarmi, io scrivevo un libro all'anno. Ne ho pubblicati 33. La verità è che il mondo degli intellettuali e dei giornalisti è pieno di invidie, i cannibali al confronto sono dei vegani". Ricorda le sue ospitate in tv: "Nell'ultimo anno, a Controcampo mi davano sei milioni di lire a puntata, anche se metà se ne andavano in tasse. Mi sono sempre fatto trattare bene. Aldo Biscardi al Processo del lunedì mi offriva 500mila lire per sedere accanto a Gianni Brera, quando mi chiamò Maurizio Mosca chiesi il quadruplo. Indro Montanelli mi propose 250 mila lire a pezzo per la rubrica L'invitato sul Giornale, 'Facciamo 300mila lire' replicai. Ovviamente li ebbi", ricorda divertito.

 

 

 

 

 

 

Poi torna a parlare di politica e spiega per chi vota: "Pd. Vorrei votare per Renzi, che è l'unico fuoriclasse sulla scena del centrosinistra, il suo partito però è inesistente. Enrico Letta? Non capisco come si possa dire che servono due donne capigruppo. La Thatcher è diventata tale perché era la più brava di tutti. E lo stesso Nilde Iotti, Emma Bonino, Hillary Clinton. Credo che Elsa Morante e Marguerite Yourcenar si sarebbero sentite offese di fronte a un discorso di quote". E Draghi? "È uno che può dire che Erdogan è un dittatore senza prendere pernacchie. Ho sempre reputato Conte un avvocaticchio che se la cava, ma la cui autorità è zero". 

 

 

 

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