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Otto e mezzo, Marco Travaglio contro Mario Draghi: "Non può dire vergogna, quella si chiama gaffe"

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Il premier Mario Draghi ha finito di parlare da qualche ora e a Marco Travaglio, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, non par vero di poter menare a destra e a manca all'indirizzo dell'uomo che a furor di Parlamento è stato chiamato a Palazzo Chigi per cancellare stile e sostanza politica del suo predecessore Giuseppe Conte. Che, per inciso, è il nuovo punto di riferimento del Fatto quotidiano e del suo direttore, da diversi mesi a questa parte.

 

 


Dopo le durissime parole sui "salta-fila" dei vaccini del presidente del Consiglio, Travaglio parte subito in quarta: "Sembrava un osservatore esterno indignato, ma lui è il presidente del consiglio, non può dire è una vergogna che non si vaccinino i fragili e chi ne ha diritto. E' lui che ha in mano il potere normativo, a lui non spetta il compito di deplorare quello che succede, a lui spetta il compito di provvedere affinché non succedano". 

 

 

 

 

Il premier ha anche fatto l'esempio di un salta-fila, uno psicologo operatore sanitario che non rinuncia al vaccino a cui ha diritto, anche se ha solo 35 anni. "Si chiama Decreto Draghi, quello dell'1 aprile. L'articolo 4 dice che se uno psicologo non si vaccina viene sospeso dallo stipendio e dall'esercizio della professione fino al 31 dicembre, anche se ha 35 anni. Trovo singolare che venga accusato di saltare la fila uno psicologo che segue il decreto Draghi passato la settimana scorsa. Forse ci vorrebbero meno moniti, più coerenza e conoscenza dei provvedimenti che si prendono. Quella si chiama gaffe, a casa mia, anche abbastanza pesante.

 

 

 

 

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