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Silvio Berlusconi ricoverato, Alberto Zangrillo e il sospetto dietro gli "accertamenti": i postumi del Covid

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Non può muoversi dal San Raffaele, Silvio Berlusconi, Le preoccupazioni per la salute dell'84enne leader di Forza Italia tornano forti, dopo il ricovero di due settimane fa per uno scompenso cardiaco. Martedì sera il suo medico curante Alberto Zangrillo ha deciso di fermarlo di nuovo: necessario un altro ricovero nell'istituto milanese, "per nuovi accertamenti". "I sanitari - spiega il Giornale - hanno deciso che le condizioni di Berlusconi non erano tali da dimetterlo nè tantomeno da fargli affrontare la lunga trasferta prevista per oggi in direzione Siena".

 

 


Il Cav era attesto in Tribunale per l'udienza conclusiva del processo Ruby Ter, in cui è imputato per corruzione in atti giudiziari. Nessun "legittimo impedimento", come spesso a sinistra si è malignato quando l'ex premier è rimasto appiedato dai suoi guai di salute. Anzi, come ammesso dai suoi legali, Berlusconi aveva già fatto sapere ai giudici che intendeva prendere la parola prima che si ritirassero in camera di consiglio, per convincerli della sua innocenza.

 

 

 

L'avvocato Federico Cecconi proprio per questo probabilmente chiederà il rinvio dell'udienza, come già accaduto lo scorso 14 gennaio quando il leader azzurro era stato ricoverato in una clinica in Provenza. Il sospetto è che oltre ai vecchi problemi cardiaci, a peggiorare le condizioni di Berlusconi siano anche i postumi del Covid che lo ha colpito in forma particolarmente aggressiva lo scorso settembre. "Se lo avessi preso a marzo, ora sarei morto", aveva confessato Berlusconi, visibilmente provato da quell'esperienza. E la sua storia conferma come il coronavirus, anche una volta guariti, continui ad aleggiare nel corpo e nell'anima di chi è sopravvissuto.

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