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DiMartedì, Piercamillo Davigo esalta i delatori del Covid: "Pilastro della cultura mafiosa". Pietro Senaldi lo demolisce
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E' giusto segnalare chi non indossa la mascherina o fa assembramenti? Sul tema si discute a DiMartedì, condotto da Giovanni Floris su La7, il direttore di Libero Pietro Senaldi e Piercamillo Davigo. In un servizio viene infatti mostrata una signora che controlla il vicinato tra chi non mette il dispositivo di protezione e chi organizza picnic in compagnia e denuncia. A quel punto il magistrato fa un paragone con quanto avveniva a scuola "quando il maestro attribuiva a un bambino, il capoclasse, il compito di segnare i bambini buoni e i cattivi, quando poi scriveva nella colonna dei cattivi qualcuno gridava 'spia'". Quindi, osserva Davigo, "quel grido è apologia dell'omertà, pilastro fondante della cultura mafiosa".
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A questo punto interviene Senaldi: "Non sono completamente d'accordo. E' chiaro che. è un dovere segnalare un comportamento sbagliato o un reato ma gli esempi di Davigo non reggono molto". Secondo il direttore di Libero infatti "quei bambini gridavano 'spia' perché non riconoscevano l'autorità del capoclasse". Allo stesso modo, prosegue Senaldi: "Questo governo ci tratta esattamente come dei bambini e chiede agli amministratori di condominio di dire chi si comporta bene o male. Noi siamo trattati così".
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Il magistrato sottolinea quindi che quelle persone che denunciano comportamenti irrispettosi delle norme anti-covid, "non vanno a farsi giustizia da sé ma chiamano la polizia che poi decide se c'è un illecito". Quindi Davigo chiedo a Senaldi: "Ma se una macchina in doppia fila chiude la sua, lei chiama i vigili per rimuoverla o sta lì per sempre?". E il direttore di Libero lo zittisce: "Ci sono delle vie di mezzo. Se lo trovo gliene dico quattro. Ma io non disturbo i vigili se c'è una macchina in doppia fila che mi chiude".
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