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Non è l'Arena, Massimo Giletti nella lista del Dipartimento di Stato Usa: una gravissima minaccia per il giornalista

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Il report annuale del dipartimento di Stato statunitense sulla tutela dei diritti umani si occupa di Massimo Giletti dopo la segnalazione di Reporter senza frontiere sui giornalisti esposti a minacce da parte di organizzazioni criminali. Il 14 luglio 2020, Repubblica ha pubblicato le trascrizioni delle conversazioni dei boss della criminalità organizzata descrivendo il presentatore televisivo come “un fastidio”. Le minacce rivolte al giornalista – che hanno portato alla decisione di metterlo sotto scorta – erano del boss Filippo Graviano dopo la puntata del 10 maggio di Non è l’arena nella quale Giletti lesse i nomi dei detenuti usciti di prigione.

 

 

 

 

Giletti aveva raccontato poi a Repubblica di "essere stato costretto a cambiare abitudini”di essere “un po’ preoccupato, ma ho capito che l’inchiesta sulle scarcerazioni era stata importante”, parlando proprio dopo le rivelazioni uscite dalle intercettazioni. E parlando anche con altri giornali aveva evidenziato la situazione particolare:  “Mi sento molto solo, anche se la mia famiglia mi sostiene“, ha aveva confessato nel corso di un’intervista a DiPiù Tv. Parlando della sua vita cambiata sotto scorta.

 

 

 

 

“Penso ai tanti giornalisti sconosciuti che indagano sulla mafia e che sono ancora più in pericolo. Senza esitazioni vado avanti per la mia strada”, rivelando comunque che pur essendo sotto scorta non avrebbe cambiato il suo modo di raccontare le cose. Anche perché, “se tutti i miei colleghi avessero fatto la mia stessa battaglia, oggi non sarei sotto scorta”. Un messaggio non proprio ecumenico.

 

 

A proposito della vita sotto scorta, in un’intervista ad Oggi, Massimo Giletti ha inoltre dichiarato: “Vuol dire non essere più liberi. Vuol dire avvertire di cosa farai, di dove andrai a cena, di dove dormirai. E non ogni tanto, ma ogni singolo giorno. Io ero uno che viveva velocemente: a Roma prendo il motorino, corro di qua e di là. Ora non sarà più possibile”.

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