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Paolo Mieli a Tagadà sullo spionaggio russo: "Un caso montato", il sospetto su Luigi Di Maio

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Paolo Mieli è stato ospite di Tiziana Panella a Tagadà, dove ha commentato il caso dello spionaggio russo. Rispetto a tanti altri opinionisti, il giornalista del Corriere della Sera in realtà ha ridimensionato molto la questione: “Quella inerente la Russia è strategica e ci deve preoccupare molto, ma quello della spia mi sembra un caso molto montato allo scopo di far vedere agli Stati Uniti che non facciamo più gli occhi dolci alla Russia, con la quale abbiamo avuto un rapporto diverso negli ultimi anni”. 

 

 

Mieli ha spiegato perché si è convinto della poca rilevanza di questo caso di spionaggio: “Innanzitutto non succede quasi mai che si fa il nome, poi questo signore che trasmetteva segreti della Nato lo faceva con incontri a Spinato, in un quartiere di Roma, e per 5mila euro che è una cifra alta ma per nulla sbalorditiva”. In più non va sottovalutato il fatto che la Nato “da un anno lo teneva sotto osservazione, lo ha preso con le mani nel sacco perché lo pedinavano. Ma che segreti avrà mai potuto svelare per 5mila euro? Non sono quelle cifre… insomma, ci aspetteremmo che paghino meglio”. 

 

 

E quindi in definitiva Mieli è convinto che la spia non avesse accesso a segreti strategici. A fargli specie è la reazione del ministro Luigi Di Maio, che “ha alzato la voce su questa questione. È più significativo che lui ne abbia fatto un caso da esibire, però se le notizie dovessero rimanere queste, vedrete che fra due giorni non se ne parlerà più”. 

 

 

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