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Cartabianca, Pierluigi Bersani e la imbarazzante difesa di Roberto Speranza: "Rompiamo il termometro"

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Nuovo inarrivabile capolavoro al contrario di Pierluigi Bersani, che in collegamento con Bianca Berlinguer a Cartabianca per difendere il suo compagno di partito Roberto Speranza arriva a sfidare il buonsenso (e gli italiani): "Se la prendono con Speranza? - domanda perplesso l'esponente di LeU, riguardo alle critiche al ministro della Salute per la gestione della pandemia - Rompiamo il termometro così non abbiamo più la febbre. È una persona seria e competente".

 

 

 

Come dire: o Speranza o niente, come se fossimo di fronte al più grande statista della storia e non ci fossero alternative non a Speranza, bensì alla sua linea del rigore assoluto che sta producendo un contenimento dei contagi discutibile, e una crisi economica e sociale questa sì, purtroppo, indiscutibile. E se metà della maggioranza chiede riaperture automatiche di bar, ristoranti, negozi e attività legate al mondo dello spettacolo dopo Pasqua, in caso di miglioramento dei parametri, Speranza e l'ala di sinistra del governo continuano a sostenere che fino a maggio l'Italia deve restare chiusa. 

 

 

 

 

Una impostazione che va avanti senza soluzione di continuità da marzo 2020 e che ora Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, entrati da un mese nella stanza dei bottoni, stanno cercando di scardinare. "Mezza Italia ha sparato tutti i giorni addosso al governo Conte - riflette Bersani -. Il populismo delle élite. Non ho sopportato questo bombardamento. Matteo Renzi è stato l’esecutore materiale". E sul futuro, Bersani è sempre quello della mucca nel corridoio: "Ne verremo fuori, ma non ci sono né derelitti incapaci né mago Merlino. C’è gente mediamente seria a governare il Paese. Io non rimpiango Conte, ma il fatto che non siamo un Paese unito. Chi in Europa ha cambiato governo in questa fase? Solo noi!". E su Mario Draghi: "Con il nuovo governo non siamo passati dall’inferno al paradiso, siamo in purgatorio. I problemi non sono scomparsi. Continuiamo a essere l’Italia, tra miracoli e anarchia."

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