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Flavio Briatore a valanga su Mario Draghi: "Mi aspettavo di più da lui. Il dl Sostegni? Indecente"

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Non lesina critiche Flavio Briatore, nemmeno quando il destinatario è Mario Draghi. L'imprenditore infatti teme di sapere cosa stia accadendo all'ex banchiere: "Non ho mai pensato di buttarmi in politica perché non sono abituato a discutere del niente e a perdere tempo. Se entri in quel mondo alla fine rimani impigliato. Un po’ come sembra stia accadendo a Draghi", spiega al Giornale tutta la sua delusione nei confronti dell'uomo dipinto come il salvatore della Patria.

 

 

"Non nascondo di essere un po’ sorpreso, mi aspettavo di più”. Al centro della sua contrarietà la gestione della pandemia, che mostra ben poca differenza rispetto a quanto fatto dall'esecutivo Conte: “Beh, chiudere tutto è molto semplice. Non c’era bisogno di Draghi per farlo. Servono soluzioni diverse“. Quali? “Invece di accanirsi contro commercianti, artigiani, bar e ristoranti dove, quando si rispettano tutte le regole, non ci si contagia, bisognava investire sui trasporti pubblici”. Per non parlare poi del decreto Sostegni, pianificato per aiutare le categorie martoriate dal Covid: “È  indecente.. Lo chiamerei ‘decreto carità’. Si tratta di elemosina”.

 

 

Facendo un paragone, per l'imprenditore quelle arrivate agli italiani altro non sono che “briciole rispetto ai soldi che hanno dato gli altri Stati. Un’azienda, che fatturava 4 milioni nel 2019 e che nel 2020 ha fatturato 2 milioni, ha diritto a 100 mila euro. Con questa cifra non ci fai assolutamente nulla”. Ma la colpa non è solo del premier. "Roberto Speranza è il primo che sarebbe dovuto andare a casa e invece è rimasto lì. Uno dei principali artefici dei disastri della gestione della pandemia”. Anche l'Europa non è stata da meno. Il flop sui vaccini ne è la riprova che "sono stati in grado di sbagliare tutto. Hanno stipulato contratti in ritardo e senza penali. Non hanno finanziato la ricerca.Adesso si lamentano pure, dovremmo essere noi a lamentarci di loro”.

 

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