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Alessandro Sallusti, il giudice Esposito e il rinvio a giudizio "a tempo di record" per Feltri e Porro: "Ho una risposta, brutta aria"

Alessandro Sallusti

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La giustizia è mal ridotta, secondo Alessandro Sallusti e per capirlo basta vedere "tre recenti casi di cronaca che coinvolgono alcune delle star della magistratura. Il primo riguarda Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, già ministro della Giustizia in pectore del governo Renzi, famoso per le sue retate antimafia dagli incerti esiti processuali, che ha scritto la prefazione a un libro sul Covid di Pasquale Bacco e Angelo Giorgianni", scrive nel suo editoriale su Il Giornale. "I due autori il primo medico (?), il secondo magistrato presidente di commissione tributaria sostengono apertamente tesi complottiste e negazioniste". Insomma, per loro i vaccini sono "acqua di fogna e trasformeranno gli uomini in Ogm".

 

 

Il secondo magistrato vip, continua Sallusti, "è Raffaele Cantone, procuratore di Perugia con giurisdizione sui reati commessi dai colleghi romani. Interrogato dal Csm sul caso Palamara, Cantone ha sostenuto che la famigerata microspia inserita nel telefonino di Palamara non era stata attivata negli incontri con il potente e intoccabile allora procuratore di Roma Giuseppe Pignatone perché «essendo presenti le mogli, era da escludere che i due parlassero di cose d'ufficio»". Una tesi quantomento "strampalata".

 

 

Infine c'è il caso di "Antonio Esposito, il giudice della discussa sentenza che nel 2013 ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per evasione fiscale. Sentenza «discussa» anche da Amedeo Franco, uno dei giudici che parteciparono alla camera di consiglio, che in un audio reso noto nel giugno 2020 ha parlato di «forti pressioni per condannare Berlusconi» e della corte come di «un plotone di esecuzione»". 

 

 

Bene, conclude Sallusti, "l'attuale procuratore di Roma, Michele Prestipino (di cui racconta Palamara nel libro Il Sistema e la cui nomina è ancora oggi contestata dal Tar), si è mosso in prima persona, cosa assai rara, e a tempo record (soli sei mesi, funzionasse sempre così la giustizia) ha chiesto il rinvio a giudizio per quindici tra giornalisti (me compreso, e poi Feltri e Porro), deputati e senatori (tra cui la capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini e il sottosegretario Giorgio Mulè) che hanno osato commentare le inquietanti rivelazioni di Franco sulla trasparenza di quella sentenza".

Insomma c'è un filo che lega Gratteri, Cantone e Prestipino. "Il senso di giustizia? Io una risposta l'avrei, ma con l'aria che tira la tengo per me. Meglio Pasqua a piede libero", chiosa lapidario Sallusti.

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