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Laura Boldrini, la rivolta dei collaboratori parlamentari: "Fondi pubblici e uso privato, siamo indignati"

Laura Boldrini

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Dopo le accuse della colf e della sua ex collaboratrice parlamentare come rivelato da Selvaggia Lucarelli su Il Fatto quotidiano, Laura Boldrini si è detta "esterrefatta e addolorata" per la vicenda che "è stata cavalcata da una certa stampa per cui, stando ai loro titoli, sarei maschilista, padrona e addirittura aguzzina". La ex presidente della Camera ha quindi cercato di difendersi dalle accuse delle donne che hanno lavorato per lei. Ma secondo José De Falco, presidente dell' Associazione collaboratori parlamentari, quelle della Boldrini sono "dichiarazioni inaccettabili, siamo indignati".

 

 

De Falco, a nome degli assistenti parlamentari, sentito dal Corriere della Sera, respinge in toto la difesa della Boldrini: "Nessuno può avvalersi di personale stipendiato per scopi privati con fondi pubblici", attacca riferendosi al caso di Roberta, la ex collaboratrice parlamentare della Boldrini che ha raccontato che tra le sue mansioni doveva anche ritirarle i vestiti dal sarto, prenotarle gli appuntamenti dal parrucchiere e le visite mediche.

"C'è una dignità della funzione, un rispetto dei lavoratori da preservare. Anche perché spesso chi si lamenta viene cacciato e denunciato", continua De Falco. "E molti casi non vengono a galla perché coperti da accordi di riservatezza. Servirebbe una riforma dei contratti, che è ferma da troppo tempo", conclude il presidente dell'Associazione.

 

 

Ma la Boldrini, rivela sempre il Corriere, ha avuto diversi problemi anche in Leu. Nel suo ex partito c'è chi ricorda i molti conflitti, quando lei era presidente della Camera, con diversi dirigenti generali della polizia dell' ufficio sostituiti e continui ricambi nello staff.  

Insomma, se è vero che l'ex esponente di Sel e Leu poi passata al Pd, in passato è stata oggetto di fastidiosi insulti e molte fake news, spesso a sfondo sessista, è anche vero che Laura Boldrini si è fatta molti nemici anche a sinistra, lasciando una scia di collaboratori ed ex colleghi che raccontano di comportamenti che, a loro dire, non si conciliano con la difesa dei diritti delle donne e dei più deboli di cui lei si sente paladina.

 

 

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