Stefano Bonaccini, Dagospia e una foto clamorosa: "Un sudaticcio attore a luci rosse"
"Lo riconoscete?", domanda perfido Dagospia. "Sembra un pornodivo sudaticcio anni 70 o un agente sotto copertura della Stasi, in realtà è una delle ultime speranze del riformismo italiano". L'indizio è utile, ma visto l'affollato "firmamento" del centrosinistra italiano, sempre pieno di stelle comete che brillano per una stagione per poi venire bruciate al contatto con la realtà politica, forse non è decisivo. Alla luce di com'è oggi (e di qualche polemica di un annetto fa abbondante), più che di riformismo si dovrebbe parlare di trasformismo, perlomeno dal punto di vista del look.
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Il ragazzotto in questione, beccato da Dago in tv a inizio anni 90, è niente meno che Stefano Bonaccini, il governatore Pd dell'Emilia Romagna che alla vigilia delle elezioni regionali del gennaio 2020 poi rivinte contro la candidata sfidante della Lega Lucia Borgonzoni aveva completamente stravolto la sua immagine: barba lunga e curatissima, capelli rasati, occhialoni molto "hipster" nuovi di zecca. Soprattutto dimagritissimo e molto social, con tanto di foto degli esercizi fisici.
"Svecchiato a uso elezioni", lo criticavano i più maliziosi, "solo per questioni di salute", ribatteva lui ricordando qualche acciacco dovuto a stress e super-lavoro. Di certo, gli impegni non gli mancano (è il rappresentante dei governatori e sempre in prima linea nelle trattative, difficili, con il governo sul tema lockdown, zone rosse, aperture e ristori) né lo spaventano: si sussurra che da mesi aspirasse a prendere anche la guida del Pd, visto il fallimento politico e mediatico di Nicola Zingaretti.
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Quando il segretario si è di messo, Bonaccini era dato in pole per la scalata al Nazareno ma il grosso del partito democratico ha preferito l'usato sicuro di Enrico Letta. Anche perché, dicono, il passato renziano di Bonaccini non è visto di buon occhio e anzi si teme che una sua leadership sia di fatto caldeggiata proprio da Matteo Renzi. Bonaccini "quinta colonna" dentro il Pd degli ex confluiti in Italia Viva? Una polemica, c'è da giurarlo, che andrà avanti ancora a lungo.