Non è l'arena, Fabrizio Corona scrive a Massimo Giletti: "Sangue ovunque, come un cannibale", autolesionismo in carcere
La lettera esclusiva inviata da Fabrizio Corona a Massimo Giletti, letta con emozione dal conduttore di Non è l'Arena a La7. L'ex re dei paparazzi è stato arrestato di nuovo e portato nel reparto psichiatrico dell'ospedale Niguarda di Milano, dopo aver tentato di resistere agli agenti ed essersi resto protagonista di gesti autolesionisti. Si parla di sindrome borderline e problemi psichiatrici ormai difficilmente controllabili, la mamma di Corona e il suo avvocato accusano la giustizia di insensibilità e denunciano l'incompatibilità con un normale regime carcerario. La lettera di Corona sembra confermare la condizione di un uomo ai limiti del collasso fisico e psicologico.
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"Ho chiesto di poter andare in bagno a fumare, sono controllato a vista da tre agenti della polizia penitenziaria, mi metto a fumare sul water a torso nudo e vedo sul mio braccio la ferita che mi sono fatto sul braccio il giorno prima, due punti di satura pugnalandomi con una penna bic". Giletti legge, la voce tremante.
"Mi avvicino con la bocca alla ferita, tiro i punti, si rompono, schizza il sangue ovunque, faccia, bocca, braccia, occhi, petto. Il sapore amaro mi piace, sono convinto che nella ferita ci siano i pezzi di vetro dell'ambulanza rotta e come un cannibale mordo tutto, pelle, fili, carne, tatuaggi, pezzettini di vetro. Sono incontenibile, non ho più freni". A quel punto entrano gli infermieri: "C'è chi urla, chi piange, chi mi abbraccia, io sono impassibile. Sono uno psicopatico in un ospedale pischiatrico. Massimo, io qui non posso uscire. Non mangio da 9 giorni, bevo mezzo bicchiere d'acqua, mi sono rasato di nuovo a zero, nel mio gergo significa l'inizio della guerra. Ho una rabbia irrefrenabile, quando mi sono tagliato il braccio maciullandolo non ho provato dolore. Non mi interessava il rischio della morte, sono pronto a morire per i miei diritti. Massimo lo deve sapere: nulla era premeditato".