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AstraZeneca, Bruno Vespa e la rivelazione su Angela Merkel: "Non ha fatto nemmeno una telefonata". Che roba è la Cancelliera

 Bruno Vespa

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Bruno Vespa fa a pezzi l'Europa e Angela Merkel. "La vicenda Astrazeneca e in parte anche quella di Sputnik" dimostrano due cose. La prima, "quanto la geopolitica influenzi fatalmente scelte vitali per la sorte dell'umanità", scrive nel suo editoriale su Il Giorno. La seconda, "quanto ancora una volta la solidarietà europea vada in frantumi". La cancelliera tedesca, sottolinea il direttore di Porta a porta, "dopo essersi approvvigionata per suo conto di 30 milioni di fiale Pfizer e aver bloccato Astrazeneca", rivela, "senza una telefonata ai suoi partner, ieri sera si è detta pronta a comprare lo Sputnik anche senza autorizzazione dell'Ema". 

 

 

Insomma, se la Merkel va per conto suo, Vespa resta convinto che "la capacità vaccinale italiana sarà in proporzione tra le più alte al mondo". Un buon segnale in questo senso viene proprio dal cambio effettuato da Mario Draghi del Cts, così come era stato composto dal governo Conte. "Fa piacere", sostiene il direttore, "che nell'auspicato snellimento del Comitato tecnico scientifico abbiano trovato posto finalmente un virologo e un immunologo. Sembra incredibile, ma in quello ipertrofico di prima non c'erano".

 

 

Un'altra questione che dovrà affrontare Draghi riguarda le grandi opere. Il problema è che "a molte di queste  manca la progettazione esecutiva, quindi è impossibile bandire le gare. Perché abbiamo pochi ingegneri". E prenderli dall'estero è difficile perché "con le norme che abbiamo", ragiona Vespa, nessuno vuole venire "a lavorare in Italia". Per questa ragione "è stata costituita una commissione dai presidenti di Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Autorità anti corruzione per indicare entro un mese la strada per fare da noi quel che da sempre si fa all'estero". Del resto, conclude il direttore, "non sarà un caso se i pochi grandi costruttori che ci sono rimasti fanno fuori d'Italia il 98 per cento del loro fatturato". Questo è uno dei compiti essenziali del governo Draghi, "una delle condizioni per poter spendere nei tempi previsti i tanti miliardi che ci arriveranno dal Recovery Plan".

 

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