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Paolo Mieli a Tagadà: "Molti più morti per trombosi con Pfizer. Perché nessuno lo dice?"

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Paolo Mieli è intervenuto in collegamento con Tiziana Panella a Tagadà, la trasmissione di approfondimento politico e non solo in onda tutti i giorni su La7. Il principale argomento di discussione è stato ovviamente il vaccino di AstraZeneca, sul quale ieri l’Ema si è pronunciata nuovamente, ribadendo che “i benefici sono superiori ai rischi” e che non esiste un singolo caso di evento avverso che è certamente riconducibile al siero. La somministrazione è ripartita in Italia a partire dalle 15 di oggi, venerdì 19 marzo, come annunciato da Mario Draghi che ha seguito l’esempio della Germania, mentre altri Paesi - tra cui Spagna e Francia - hanno deciso di attendere prima di sbloccare AstraZeneca. 

Mieli dalla Panella ha però voluto sottolineare un aspetto fondamentale e fin qui passato in sordina: “Mi colpisce molto il fatto che i morti per trombosi dopo il vaccino Pfizer siano stati di più di quelli per AstraZeneca. Perché nessuno lo dice?”. Sarà perché AstraZeneca costa molto meno dei rivali Pfizer e Moderna ed è stato osteggiato fin dal primo momento… Per Mieli questa “non è una domanda irrilevante, ci sono due cose che producono lo stesso effetto infinitesimale”. 

Inoltre l’editorialista del Corriere della Sera ha confidato di ritenere che l’errore sia stato commesso a monte: “Se noi avessimo detto fin dall’inizio che tutti i vaccini producono un caso su un milione di trombosi, ma anche una cosa più incidentale, allora non ci sarebbe stato questo maledetto disordine. Adesso tutti pensano ‘oddio, se faccio AstraZeneca mi metto più a rischio’. Sarebbe bastato dire una semplice verità, che con tutti i vaccini può verificarsi un caso su un milione riconducibile a un effetto avverso raro”. 

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