Fabrizio Corona condannato dalla Cassazione a nove mesi di carcere. L'avvocato: "Sono molto preoccupato"
Per Fabrizio Corona, è svanita anche l'ultima possibilità di non tornare in carcere. Ieri 18 marzo, i giudici della Cassazione hanno confermato la revoca dell'affidamento in prova all'ex paparazzo. Quindi Corona dovrà di nuovo finire dietro le sbarre. "È accanimento giudiziario che continua", commenta il suo legale Ivano Chiesa. "Sono stufo di questo sistema giudiziario - afferma l'avvocato - e di apprendere le notizie dalla stampa. Avrebbe dovuto essere una notizia riservata perché si tratta di camera di consiglio, non di una udienza pubblica e invece devo apprenderlo, ancora una volta dalla stampa".
L'avvocato Chiesa si è detto "molto preoccupato" perché "il mio assistito, che è ricoverato da una settimana in ospedale ed è in una condizione di grande sofferenza psichica, scoprirà dai giornali che deve scontare altri 9 mesi in carcere invece di saperlo dal suo difensore. Mi sconcerta la totale mancanza di sensibilità umana", sbotta il legale.
Il verdetto è stato emesso dalla Prima sezione penale della Suprema Corte. Corona è attualmente ricoverato all'ospedale milanese di Niguarda, nel reparto psichiatria, dove è piantonato e sorvegliato 24 ore su 24. Nei giorni scorsi avrebbe compiuto una serie di atti di autolesionismo. Era finito in ospedale la scorsa settimana, dopo essersi tagliato i polsi come segno di protesta per la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano di revocargli gli arresti domiciliari per recluderlo nella casa circondariale di Opera. E ora il ritorno in carcere è una certezza.
Ma non solo. Per Corona i guai non sono finiti. Nel mirino delle toghe ci sono le frasi rivolte dall'ex re dei paparazzi in una diretta Instagram. Corona, appena saputa la notizia del suo ritorno dietro le sbarre, ha accusato i giudici milanesi. In particolare i mittenti del duro sfogo sono stati il sostituto pg Antonio Lamanna e il magistrato della Sorveglianza di Milano Marina Corti: "Questo è solo l’inizio, dottoressa Corti, signor Lamanna questo è solo l’inizio. Quant’è vero Iddio sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie", diceva con la faccia sporca di sangue. Da qui è piombata la decisione del magistrato della Procura generale di Milano. Dopo una breve valutazione degli atti - fa sapere l'Ansa - il giudice sporgerà querela e la denuncia arriverà ai pm bresciani, competente sui reati commessi.