Augusto Minzolini contro Virginia Raggi: "Sono caduto in una buca e rischio il processo"
Augusto Minzolini rischia di andare a processo per le buche di Virginia Raggi. Una storia che ha dell'incredibile. A raccontarla è lo stesso Minzolini in un articolo su Il Giornale. L'ex senatore spiega che su Twitter, dopo il terzo incidente dovuto alla strada dissestata e molto spaventato, scrisse: "L'onestà politica non è altro che la capacità politica: come l'onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze". Parole di Benedetto Croce che Minzo ripropose il 5 agosto del 2017. "Percorro strade dissestate di Roma scrissi - e mi domando perché un'incapace, ignorante, demente abbia voluto fare il sindaco. È disonestà intellettuale".
Certo, ammette Minzolini, "magari esagerai nell'usare qualche iperbole, figlia diretta della paura provata, dello stato emotivo del momento. Non feci però neppure il nome della Raggi perché, appunto, quella serie di imprecazioni erano una denuncia generale verso chi pensa che fare il sindaco di una grande città, sia un hobby, un dopolavoro" e "se un giorno mi chiedessero in ginocchio di candidarmi per il Campidoglio, rifiuterei proprio per onestà intellettuale, proprio perché sono cosciente delle mie qualità e dei miei limiti". In questo caso, ad esempio, continua Minzo "le «buche», e le sventure che provocano, non sono la solita leggenda metropolitana. Tutt' altro. Basta leggere le cronache cittadine dei giornali romani". Si parla di un bilancio di 30 morti (media annuale). Ma "parlare di «competenza» sul pianeta dell'«uno vale uno», è come parlar di corda in casa dell'impiccato. Così rimasi estremamente sorpreso, e insieme a me il mio avvocato Fabio Viglione, quando mi arrivò la querela della Raggi per un tweet in cui non era neppure nominata", "ancor più rimasi colpito dal fatto che nelle udienze di mediazione davanti al conciliatore per la causa civile sempre per lo stesso tweet, la Raggi partecipasse in prima persona mentre io, a quanto pare più oberato di lavoro del sindaco di Roma, feci presenziare solo il mio avvocato".
Ora, conclude Minzolini, "magari sarò io a sbagliarmi, ma da parte del primo cittadino della Capitale chiedere di processare una vittima delle «buche», cioè di un problema «irrisolto» che affligge l'intera comunità", "mi sembra davvero un'esagerazione". Ma attenzione, perché "questo ragionamento di buonsenso", che "è stata probabilmente la ragione che ha spinto il Pm che si è occupato del caso a chiedere l'archiviazione" non è valso per il gip che ha chiesto il rinvio a giudizio "come avviene spesso nei labirinti della giustizia italiana". Così, "nei paradossi del Belpaese chi rischia di pagare per essere caduto dal motorino per colpa di una buca della Capitale che il Comune, o chi per lui, non è riuscito a sistemare, è il cittadino".