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AstraZeneca, Paolo Mieli a L'aria che tira: "Mario Draghi e lo stop ad AstraZeneca? Rischiava di essere un uomo finito"

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“La grande imputata di questi giorni è l’Europa, che sta facendo una gran brutta figura”. Così Paolo Mieli è intervenuto a L’aria che tira, dove è stato ospite in studio di Francesco Magnani, che oggi ha sostituito Myrta Merlino nel corso della diretta su La7. “E non la sta facendo oggi su AstraZeneca - ha chiarito il giornalista del Corriere della Sera - ma da tempo, perché ha sottovalutato troppe questioni. Io mi sento europeo ed europeista, quindi dico che abbiamo fatto cattivi contratti con le case farmaceutiche”. 

 

 

Secondo Mieli l’errore più grave è stato di pensare di poter affrontare “una guerra di dimensioni mondiali in ordine sparso, facendo ognuno quello che gli pareva perché sostanzialmente veniva perdonato chi si muoveva in modo discorde dagli altri Paesi”. Il giornalista del Corsera ha ribadito che questa è una brutta figura e molto grave: “Siamo ancora in partita, ma questi leader si stanno dimostrando deboli. E purtroppo si è rivelata debole anche la Merkel, non solo la von der Leyen”. 

 

 

Anche Mario Draghi ha dato prova di indecisione? Venerdì aveva detto che i vaccini erano sicuri sulla base dei dati Ema e che quindi l’Italia sarebbe andata avanti, ma dopo due giorni anche lui ha deciso di disporre la sospensione di AstraZeneca: “No, lui è appena entrato in carica, è stato coerente e organico ai grandi Paesi europei. Bisogna ricordare che anche Germania e Francia hanno sospeso AstraZeneca, non poteva fare quello che è appena arrivato e si distingue. E poi c’è un discorso di sicurezza, perché se ti capitano tra capo e collo 2-3 morti nei prossimi giorni, poi sei un uomo finito”. 

 

 

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