Bruno Vespa, l'appello a Mario Draghi sul vaccino: "Magistrati più a rischio dei fruttivendoli? Chi stanno dimenticando"
“Un magistrato è più a rischio di un fruttivendolo?”. Se lo domanda Bruno Vespa, che sul tema delle categorie prioritarie per il vaccino anti-Covid si è dimostrato particolarmente sensibile. “Perché vengono vaccinati magistrati e docenti universitari con contratti di poche ore, magari a distanza, e non ancora milioni di ottantenni?”, si chiede lo storico volto di Porta a Porta, che ha concluso il suo tweet con la seguente richiesta: “Basta al far west regionale. Il governo di Mario Draghi centralizzi e riporti equità”.
In realtà Vespa si era già espresso su tale argomento nel suo editoriale pubblicato sabato 13 marzo su Il Giorno: “Contando i sei milioni di vaccini già fatti, avere di qui a fine aprile 25 milioni di vaccinati e 40 milioni a maggio tra prima e seconda dose sarebbe un risultato straordinario. Chiedendo magari, per salvare la decenza, che magistrati, avvocati e professori a contratto da poche lezioni a distanza (spero vivamente che i giornalisti non osino proporsi) diano per favore la precedenza ai milioni di ottantenni ancora in attesa”.
Tra le righe è possibile leggere anche una stoccata a Selvaggia Lucarelli, che ha sollevato un polverone sostenendo che i giornalisti dovrebbero rientrare tra le categorie prioritarie. Inoltre Vespa ha fatto un confronto con gli Stati Uniti, che sono da prendere da esempio: “Biden ha proibito le esportazioni di vaccini gridando alla Trump ‘prima gli americani’, guai se una fiala prodotta in Europa uscisse dall’Europa”.