Massimo Galli a L'aria che tira: "A lei della tv non gliene frega niente". Ma è serio? Cosa gli esce di bocca, lo sconcerto di Myrta Merlino
E' andato in scena un esilarante siparietto a L'aria che tira, su La7, tra Myrta Merlino e il professor Massimo Galli dell'Ospedale Sacco di Milano. "Ha la fila fuori dalla porta?", domanda la conduttrice: "Vedo che qualcuno timidamente si affaccia alla sua porta". A quel punto il professor Galli, che nonostante l'annuncio di qualche tempo fa di un temporaneo ritiro dalla televisione, è tutti giorni nei vari salotti e talk show, risponde con la sua solita ruvidezza: "Alla mia segretaria non gliene importa proprio nulla delle situazioni televisive, lei entra e va bene così. La mia segretaria è tutto tranne che timida". Quindi la Merlino chiude con una battuta: "Una timida lei l'avrebbe già asfaltata, professor Galli". Insomma, alla segretaria di Galli delle "situazioni televisive" non importa nulla: ma a lui, invece?
Massimo Galli dalla Merlino affronta la questione delle varianti: "Sono un fenomeno atteso per un virus come questo, non parliamo di imprevedibilità. Abbiamo cominciato a lavorare sulla possibilità dell'espressione di varianti del virus da gennaio dell'anno scorso", precisa. A oggi, continua, "la variante fa molte più infezioni, quindi aumenta in proporzione il numero di quelli che andranno all'altro mondo e di quelli che finiranno all'ospedale, compresi i giovani, per quanto in percentuale più bassa". Insomma, "le varianti colpiscono più facilmente in termini d'infezione, su 100 infettati uno andrà all'altro mondo". Un numero davvero tragico.
Per questo, prosegue il professore, bisogna andare avanti con le vaccinazioni: "Dovremmo anche vaccinare a zone geografiche, per non far uscire da lì le varianti più pericolose, riducendo la capacità del virus di circolare e di espandersi".
In questo senso, secondo Galli è giusto chiudere le scuole: "Detto con la morte nel cuore, la chiusura delle scuole è inevitabile, non sono ambiti sicuri, sia per quanto riguarda l'interno che tutto quello che ruota intorno. Certe decisioni non sono ahimè evitabili, detto con la morte nel cuore perché sono il primo a pensare che la scuola non in presenza è una grande iattura. Ma c'è una guerra in corso".