"Il peggiore comunicatore nella storia dei presidenti del Consiglio". Alessandro Sallusti commenta senza mezzi termini il primo discorso di Mario Draghi agli italiani, un messaggio registrato di pochi minuti. "Sguardo fisso alla telecamera come un neofita del video, traballante nella voce, ingessato nella postura, nessuna concessione alla ricerca del consenso, Draghi è stato un vero disastro nell'epoca dei social e dei clic", scrive il direttore de Il Giornale nel suo editoriale.
Coronavirus, incontro "urgente" tra governo e Cts: tutta Italia in zona rossa? Ecco le ipotesi
Il Dpcm non ha fatto in tempo a entrare in vigore che già ci si appresta a modificarlo. Questa mattina per le 9 i...Detto tutto questo, continua Sallusti, "Mario Draghi è il primo presidente a dirci come stanno le cose e non come vorremmo - o vorrebbe lui, che è poi la stessa cosa -, che stessero. Concetto riassumibile in una frase del suo discorso che andrebbe incorniciata e imparata a memoria da qualsiasi politico: «Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile»".
Insomma, "dopo anni di «vedremo», «faremo», «studieremo» spacciati per fatti e verità acquisite, sentire il comandante in capo dire «non voglio promettere» ci lascia più tranquilli e ottimisti sul futuro, più o meno come immagino lo furono non voglio fare paragoni eccessivi - gli inglesi già in guerra con Hitler ascoltando il primo discorso di Winston Churchill premier di emergenza: «Non ho nulla da offrirvi se non fatica, lacrime e sudore»".
Striscia la notizia, "Mario Draghi" intercettato con l'autista: "Vai a prendere Renzi all'aeroporto da Dubai"
Altro appostamento malandrino di Striscia la notizia, che coglie Mario Draghi in flagrante, a colloquio con il suo autis...Il presidente del Consiglio ha dimostrato secondo Sallusti "realismo e pragmatismo al posto di prese per i fondelli e previsioni farlocche è uno scambio che facciamo volentieri, al diavolo l'efficacia mediatica e il consenso social". Draghi ha voluto dire che "finirà quanto prima tanto più si starà uniti, e il richiamo mi pare di capire non è soltanto per la litigiosa classe politica ma vale anche per la comunità scientifica, la classe dirigente (per esempio quella scolastica) e in ultima istanza tutti noi". Quindi, conclude Sallusti, "nei prossimi due mesi bisognerà fare ciò che serve costi quel che costi. Altri due mesi di sacrifici per meritarci prima un'estate e poi una vita quasi normale".