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Myrta Merlino a L'aria che tira contro Mario Draghi: "Deve dirci le cose come stanno". Il silenzio sospetto e quei terribili dubbi

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Mercoledì 3 marzo 2021, su La7 va in onda come ogni giorno L'aria che tira, trasmissione condotta da Myrta Merlino. La conduttrice decide di iniziare il programma con un monologo che mette a confronto la gestione della pandemia del governo Conte con quella del neo premier Mario Draghi. La Merlino parte con una descrizione metaforica della vignetta "aguzzate la vista" della settimane enigmistica. "A prima vista le immagini sembrano uguali, ma in realtà celano delle differenze profonde" esordisce la conduttrice. "Ieri ho guardato la conferenza stampa dei due ministri Speranza e Gelmini" prosegue "In passato i Dpcm venivano presentati solo da Conte l'uomo solo al comando". 

 

 

"Un cambiamento simbolico quello di Draghi, rispetto al passato" afferma la Merlino, sollevando tuttavia allo stesso tempo una critica a proposito della strategia di comunicazione scelta dal Presidente del Consiglio. "Quello che emerge è il silenzio di Mario Draghi" continua "I Dpcm sono rimasti Dpcm, i colori sono rimasti colori, le chiusure sono rimaste le chiusure, a partire dalle scuole". Mentre da noi poco sembra essere cambiato, attorno a noi starebbe cambiando tutto. La conduttrice cita l'Austria e la Danimarca che danno il benservito all'Unione europea per procurasi i vaccini dall'Israele, mentre l'Italia non sarebbe nemmeno in grado a somministrare le dosi già disponibili. 

 

 

"Vorrei che Draghi dicesse come si stanno muovendo e cosa stanno facendo e dicesse con chiarezza con la sua faccia, la più credibile che abbiamo" conclude Myrta Merlino lanciando la sigla. Bisogna sottolineare che la scelta di Draghi di non apparire costantemente in pubblico (a differenza del suo predecessore) non è sicuramente casuale. Vorrebbe far passare l'immagine di qualcuno che agisce, senza parlare a vanvera. Su una cosa la Merlino ha tuttavia ragione, è cambiata la comunicazione, ma la gestione al momento sembra ancora più restrittiva di quella precedente. Draghi è chiamato a risanare anche i disastri causati dalla gestione precedente. Vedremo se sarà all'altezza del compito.

 

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