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Agorà, Massimo Galli e la variante inglese: "Il metro e mezzo di distanza potrebbe non bastare più"

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"La variante inglese ha una capacità infettiva del 40% superiore rispetto al virus originario. Così, la distanza di un metro e mezzo, raccomandata tra le persone, potrebbe non bastare". A dirlo è primario dell’Unità di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, intervenuto ad Agorà su Rai3.. “Sono ipotesi che hanno una loro logica e che ci spaventano in modo particolare, perché la variante inglese è destinata a diventare presto prevalente in Italia, se non lo è già  come mi era già capitato di dire qualche giorno fa, essendo abbastanza curiosamente smentito anche sulla realtà materiale che invece si è confermata nei giorni immediatamente successivi”, ha spiegato l'infettivologo.

 

 

 

Questo significa che “probabilmente una concentrazione magari anche inferiore delle goccioline che vengono emesse respirando e che riesce ad arrivare ugualmente qualche centimetro più in là e a infettare semplicemente, perché la maggiore affinità di questa variante per i nostri recettori cellulari fa sì che probabilmente cariche inferiori siano ugualmente in grado di infettare. Il risultato, quindi, è che la variante proveniente dalla Gran Bretagna è in grado di infettare di più, anche giovani e bambini. Non a caso la media dell’età dei pazienti che abbiamo è un pò più bassa rispetto al solito”, ha rivelato Galli.

 

 

 

Ma la situazione non è delle migliori, "perché dai giovani si passa a quelli di mezza età e poi anche agli anziani. Ed ecco che di nuovo avremo un quantitativo importante di fragili a rischio. Lo avremo se non riusciremo a completare in tempi brevi e realmente con efficacia la campagna vaccinale. Abbiamo regioni in cui vediamo focolai che rappresentano motivi di preoccupazione, perché molti di questi sono dovuti alla circolazione di varianti che corrono di più. Dobbiamo tenere molto alta la guardia e intervenire, dove serve, tempestivamente e anche duramente. Quindi direi che la strategia è: contieni e vaccina. Dobbiamo mitigare l’andamento per esempio della variante inglese: sappiamo che diventerà dominante nel giro di pochissimo tempo, ma sappiamo che possiamo contrastarla con il vaccino e con un’opera costante di mitigazione: su questo dobbiamo essere molto attenti e pronti”, conclude l’infettivologo.

 

 

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