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Non è l'Arena, lo sfogo di Guido Crosetto: "Pierpaolo Sileri declassato perché aveva lavorato bene"

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Siamo a Non è l'arena, il programma di Massimo Giletti in onda su La7, la puntata è quella di domenica 28 febbraio. In studio si parla di coronavirus, di vaccino. Ma anche delle scelte di Mario Draghi per la sua squadra di governo. Ospiti in studio, ecco Guido Crosetto e Pierpaolo Sileri, ex viceministro alla Salute e "declassato" nel nuovo esecutivo, dove è rientrato al dicastero ma in veste di sottosegretario. E questo nonostante il fatto che il suo lavoro fosse stato molto apprezzato un po' ad ogni latitudine, "anche a destra", sottolinea Giletti. Il punto è che il rapporto tra Roberto Speranza, ministro della Salute riconfermato, e il senatore M5s non era idilliaco (eufemismo), e insomma dietro al suo "declassamento" potrebbe esserci proprio questa ragione.

 

In difesa di Sileri, senza troppi indugi, si schiera Giletti: "Ora devo dire una cosa che farà arrabbiare Sileri, ma la devo dire: si era detto che questo era il governo della competenza. Il viceministro è stato fatto diventare sottosegretario. Per carità, benissimo, sei sempre lì in una zona importante. Però, sinceramente, se c'era uno che ha lavorato bene e doveva essere riconfermato viceministro visto che si parlava di competenza, forse era lei. Comunque, questa è una mia cosa personale", conclude Giletti con quella che è anche una esplicita critica a Draghi e Speranza. Ma a piazzare il carico da novanta, ecco che ci pensa Crosetto: "Siccome era un po' riconosciuto da tutti che avesse lavorato bene, da tutti quelli che lo hanno visto lavorare, è stato giustamente retrocesso", picchia durissimo il Gigante e fondatore di Fratelli d'Italia. Anche in questo caso, un'aspra critica all'esecutivo.

 

Inoltre, Crosetto, si è speso in una riflessione sui vaccini e su chi ha la priorità a ricevere il siero: "Abbiamo deciso che si partiva dagli anziani, dalla parte debole? Lo abbiamo fatto in modo assurdo: perché non siamo andati per esempio nelle loro case piuttosto che andare a vaccinarli casa per casa? Avremmo evitato di farli venire in ospedale dove ci si ammala. La linea di priorità che abbiamo scelto va rispettata: anziani, medici... Questo è come le persone civili approcciano il problema. Io ho numerosissime patologie, ma aspetterò che mi chiamino per andare a farlo. Mai mi immaginerei di provare a saltare la fila", ha concludo Crosetto, additando i "furbetti del vaccino. Già, in Italia dobbiamo fare i conti anche con loro...

 

 

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