Striscia la notizia, Danilo Toninelli fuori controllo. "L'agenda delle minc***e", con l'inviato reagisce così
Il senatore Danilo Toninelli minaccia scherzosamente di tirare un libretto in testa all'inviato di Striscia la notizia, forse perché la figuraccia del Movimento 5 Stelle (e dei partiti tutti) è troppo grande persino per l'ex ministro delle gaffe. Il nuovo governo di Mario Draghi si è formato, con il benestare della maggior parte dei partiti che si sono uniti pur avendo dichiarato l'esatto opposto fino a qualche mese fa, ricorda Roberto Lipari, inviato del tg satirico di Canale 5 fondato e diretto da Antonio Ricci. Per questo va in missione nelle vie limitrofe ai palazzi del potere romani per consegnare a qualche protagonista politico "l'agenda delle minch***e", dove annotarsi quello che si dice giorno per giorno ed evitare di contraddirsi anche in maniera clamorosa.
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Non si poteva non partire dal grillino Toninelli, che ascolta attento le vecchie dichiarazioni di Luigi Di Maio: "Non ho alcuna intenzione di far parte di un Movimento che si allea con la Lega Nord". E ancora: "Forza Italia e Pd sono i partiti che gli italiani hanno mandato all'opposizione e che noi non vogliamo far tornare al governo". Loro no, ma Sergio Mattarella evidentemente sì, coi 5 Stelle piegati a miti consigli. Ricevuta l'agenda, Toninelli se la ride. "Questa è una grande cosa, perché se tu le scrivi online poi le perdi tra una miriade di informazioni". Lipari però lo punge sul vivo: "A voi più che l'agenda serve più l'album, perché avete fatto tutte le alleanze...". E qui Toninelli, un po' indispettito, finge un paio di volte di scagliarla contro l'inviato.
Toninelli, librate in testa all'inviato di Striscia la notizia: guarda il video integrale
Non manca la figuraccia atomica di Andrea Orlando del Pd: che a Otto e mezzo da Lilli Gruber escludeva "totalmente" di poter dare l'appoggio a un governo di unità nazionale. "Anche nel caso ci fosse un governo Draghi con Salvini nella maggioranza?", domandava il direttore di Domani Stefano Feltri: "Anche se venisse Superman, non è un problema di Draghi". Se voleva essere una battuta, non gli è venuta bene. Anche perché in quel governo il Pd ci è entrato eccome, e Orlando ne è addirittura ministro del Lavoro.
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