Bruno Vespa ad Agorà: "Giuseppe Conte? Dovrebbe guidare il M5s, con lui primo partito per distacco a sinistra"
La parola a Bruno Vespa, ospite in collegamento con Agorà, il programma del mattino di Rai 3 condotto da Luisella Costamagna. Il conduttore di Porta a Porta fa il punto politico e, in particolare, ragiona su due aspetti: il futuro di Giuseppe Conte e le prospettive del governo di Mario Draghi. Si parte dal presunto avvocato del popolo: "Non mi pare che l'intergruppo a sinistra abbia avuto molta fortuna. Ci sono delle divisioni - premette Vespa -. Io credo che Giuseppe Conte, se lo vorranno, farebbe molto bene a diventare leader del M5s. I sondaggi dicono che con Conte alla guida, il M5s diventerebbe il partito largamente più importante nel centrosinistra - ricorda il conduttore -. Io, se fossi Conte farei questo. Poi, se sarà il candidato premier un domani, di tutti quanti, è molto prematuro dirlo. Ma oggi mi pare molto difficile che possa tornare a insegnare diritto civile all'università come se nulla fosse successo", rimarca.
Dunque si passa a Draghi. A un commento al suo discorso in Parlamento e alle priorità elencate dal premier: "Credo che lui sia una persona molto pragmatica. Devo dire che al di là del discorso di apertura mi sono piaciute molto le repliche: 13 minuti, alcuni punti molto chiari. Insomma lui va al sodo - sottolinea mister Porta a Porta -. La prima scommessa è il piano vaccinale. Se riesce ad ottenere di fare l'infialamento dei vaccini in almeno quattro stabilimenti italiani e a vaccinare metà della popolazione prima di luglio, in modo da salvare il turismo, diciamo che ha già fatto metà del cammino. Lo vedremo molto presto. E lo vedremo all'opera. La pragmaticità non ha colore politico", sottolinea Vespa.
Il problema, ricorda la Costamagna, è però l'equilibrio tra le diverse forze politiche in campo, al di là del pragmatismo del premier. "Io da ottimista che ha preso tante sberle dovrei andare cauto. Però ricordo sempre che Draghi, quando era presidente della Bce, è riuscito a far ingoiare all'azionista di riferimento della stessa banca, il presidente della Bundesbank di allora, il whatever it takes, ovvero quella quantità gigantesca di miliardi per comprare i titoli di Stato di vari paesi. Ma soprattutto dell'Italia. Se è riuscito a fare quello, secondo me riesce a far andare d'accordo anche Matteo Salvini e Nicola Zingaretti", conclude profetico Bruno Vespa