Alessandro Sallusti, "anche Bersani tiene famiglia". Così Draghi l'ha umiliato in aula: quello che vi era sfuggito
Il titolo "Forza Draghi" con cui ha aperto in prima pagina Il Giornale non è piaciuto ad Alessandro Sallusti, che nel suo editoriale addirittura dichiara di "dissociarsi" dalla scelta. Si scherza, ovviamente, perché il direttore coglie l'occasione per bastonare non il nuovo premier, che mercoledì ha incassato una larga maggioranza in Senato e oggi farà altrettanto alla Camera, ma la sua strampalata maggioranza.
In particolare, Sallusti ce l'ha con Danilo Toninelli, "già agente assicurativo di Soresina", e Luigi Di Maio, "uno che nella vita ha fatto unicamente il venditore di bibite allo stadio San Paolo di Napoli". La colpa di Draghi? Non averli rimbrottati a dovere, anche in Aula a Palazzo Madama. Ma il massimo del godimento, sottolinea Sallusti, è guardare le facce del Pd e dintorni. "La vera, insopportabile arroganza" dell'ex governatore della Bce, ironizza con buona dose di perfidia Sallusti, "è aver spiegato ai soci di maggioranza Nicola Zingaretti e Pier Luigi Bersani che l'unica ricetta economica possibile per risollevare il Paese è quella liberale e solidale. Qui viene fuori tutta la spocchia del banchiere internazionale, dell'uomo dei poteri forti, non per la ricetta in sé ma per il cinismo".
Non vi è ancora chiaro dove voglia andare a parare il direttore? Ecco qua la risposta: "Questi - Zingaretti e Bersani - tengono mogli e figli, hanno una storia, dei vicini di casa che chiedono loro conto, non si distruggono così famiglie e comunità solo perché si arriva a sedere a Palazzo Chigi". Quindi la conclusione, fulminante: "No, Draghi proprio non ci piace, figuratevi che al polso porta un banale orologio digitale tuttofare, quelli che contano passi e battiti cardiaci. Ma si può? Financo Gad Lerner gira col Rolex, e dire che non solo non è un banchiere ma neppure un bancario. E vederlo rosicare è uno spettacolo che vale il prezzo del biglietto".