Matteo Bassetti, lo schiaffo del giudice: "È famoso e va in tv, quindi...". Come lo hanno massacrato
L'epidemiologo Matteo Bassetti è famoso, quindi lo si può massacrare. La sentenza del Gip di Genova Angela Maria Nutini delude il direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, che aveva querelato per diffamazione una giornalista e un consigliere regionale. I fatti: il virologo-star, lanciatissimo grazie (suo malgrado) alla pandemia di Covid e perennemente in tv come tanti colleghi dallo scorso marzo, ha partecipato come testimonial a spot e pubblicità di cravatte e ditte di disinfestazione. Due campi, insomma, ben lontani dal suo mondo.
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La giornalista Monica Di Carlo, direttrice del giornale locale online Genova Quotidiana, e il consigliere regionale Gianni Pastorino di Linea Condivisa lo hanno pesantemente criticato e Bassetti ha deciso così di adire alle vie legali per difendere il proprio buon nome e soprattutto la rispettabilità come esponente del mondo scientifico. Ma gli è andata male, perché il Tribunale ha ritenuto i fatti riportati dai due accusati "veri" e con "esposizione continente".
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C'è poi l'aspetto dell'interesse pubblico, e qui il giudice colpisce duro Bassetti: "Maggiore è la notorietà di un soggetto e la sua volontaria esposizione mediatica, maggiore è l'interesse pubblico. Ciò vale per i politici ma sicuramente per un epidemiologo in questo momento storico". Bassetti aveva contestato anche le posizioni "ritenute impropriamente rassicuranti dal giornalista", ma il giudice respinge al mittente la contestazione: semplice diritto di critica.