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Marco Travaglio, Giuseppe Conte in difficoltà? Insulti al Pd: "La tribù pronta a tornare alle fruste e ai giochi sadomaso"

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Povero ciccio, Marco Travaglio: ora il direttore ha davvero paura che il suo giocattolino si stia smontando. Già, Giuseppe Conte potrebbe non avere i numeri alla conta in Senato di martedì e così mister Fatto Quotidiano si troverebbe senza il "preferito" a Palazzo Chigi, senza quel Conte per cui ormai lavora di fatto da portavoce-ombra e per il quale è pronto a tutto, anche a coprirsi di ridicolo negando ogni errore del presunto avvocato del popolo. Ma si diceva, povero ciccio: è nervoso. E si vede. Lo si nota per esempio da quanto scritto nel suo editoriale di oggi, domenica 17 gennaio, il consueto travaso di bile, la canonica crisi di nervi travaglina, che viaggia in prima pagina. E stavolta, Travaglio, se la prende col Pd. Quel Pd che aveva portato in palmo di mano fino a che è stato al fianco di Conte. 

 

Il punto è che anche tra i democratici ci sono molti "perplessi" dalla strategia del premier, ossia tirare dritto fino a schiantarsi, cercando un governicchio-horror con il solo scopo di non perdere poltrona e potere. Ma per Travaglio è vietato essere perplessi: Giuseppe ha sempre ragione. "Un bel pezzo di Pd - scrive il direttore riferendosi a Matteo Renzi - lo ha usato (e lo usa) come piede di porco per liberarsi di Conte, o almeno per sfregiarlo". Dunque parecchi bla bla, altri tic e scatti di nervosismo, fino ad arrivare al più "spettacolare" dei passaggi, quello in cui Travaglio di fatto scrive che il Pd si vuole vendicare di Conte anche perché troppo popolare. "Le tribù pidine che detestano la sua popolarità - riprende direttor livore - potrebbero finalmente rimpiazzarlo con un Gerini o altri noti frequentatori di se stessi. E tornare ai loro giochini sadomaso sotto la frusta del pluritraditore", che sarebbe ovviamente Renzi. Povero ciccio, Travaglio. È davvero molto nervoso...

 

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