Alberto Zangrillo boccia la distinzione a colori delle regioni: "Basta, serve solo in casi estremi"
Proprio nelle ore in cui il governo si riunisce per decidere su un nuovo Dpcm in vista del 16 gennaio, Alberto Zamgrillo boccia la distinzione a colori. Quella che da mesi accompagna le regioni italiane e strettamente legata all'emergenza coronavirus in corso. Bisogna mantenere i "nervi saldi", è la sua premesse all'Adnkronos, "un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un'emergenza sanitaria". Sulla base di questo, quindi, una "misura coercitiva su base cromatica" dovrebbe scattare "solo in casi estremi".
Per il primario di terapia intensiva del San Raffaele di Milano, da sempre in prima linea, non c'è da preoccuparsi come ci vogliono far credere. "Io - racconta - lavoro e osservo: le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza. Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di 4 pazienti Covid al giorno. I medici sul territorio fanno la loro parte e purtroppo continuano a morire molte persone indipendentemente dall'infezione virale". Da qui il monito: "Basta con i titoli ad effetto dei media che servono solo a disorientare, spaventare e proporre banalità".