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Alessandro Sallusti, clamorosa sfida a Travaglio: "Forza, fammi vedere di che pasta sei fatto"

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Due anni fa il super-procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri aveva ribaltato la politica calabrese e nazionale con la sua inchiesta "Lande desolate". Oggi, l'allora governatore Mario Oliverio e il suo vice Nicola Adamo, entrambi del Pd, sono stati assolti dalle accuse infamanti del pm. E Alessandro Sallusti picchia duro: "Di 'desolante' resta solo l'operato dell'intoccabile Gratteri, le vite personali e politiche rovinate degli accusati e la manipolazione da parte della magistratura del regolare corso della democrazia".

 

 

A commento della sua indagine, il magistrato era stato impietoso: "La Calabria continua a essere, purtroppo ahinoi, l'Africa del Nord". "Invece - ribatte il direttore nel suo editoriale sul Giornale - si è dimostrato che la Calabria è ancora Italia, Paese (a volte) fondato sul diritto e non sulla mania di protagonismo di magistrati e di giornalisti loro compiacenti. Tipo Marco Travaglio che su Oliverio aveva fatto una feroce campagna per convincere Zingaretti a cacciarlo dal partito". Oppure Sigfrido Ranucci "che l'altra sera a Report su Raitre ha confezionato, a spese dei contribuenti, l'ennesima bufala sulla contiguità alla mafia di Silvio Berlusconi riproponendo tesi già ampiamente smentite dai fatti". Sallusti conclude sfidando proprio il direttore del Fatto quotidiano e quello di Report a indagare sulle inchieste politiche della magistratura che hanno ribaltato governi e amministrazioni, dimostrandosi poi basate sul nulla: "Forza Ranucci, forza Travaglio, fateci vedere di che pasta è fatto il giornalismo italiano".

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