Cerca
Cerca
+

Sabino Cassese svela le "anomalie" del governo Conte: "Poca chiarezza su ciò che è consentito e ciò che è vietato"

Francesco Specchia
  • a
  • a
  • a

Il professor Sabino Cassese è un pessimista di ampie vedute. Costituzionalista raffinatissimo, giudice emerito della Consulta, più volte candidato al Quirinale, mito personale di una generazione perduta di giuristi (molti dei quali declinati nel giornalismo), Cassese è uno di quelli che - con l'arte del sussurro e argomentazioni a prova di tritolo - ti smonta un governo suddito di una politica "corsara". «Come i corsari diventavano spesso pirati, questo tipo di forze politiche, quando si impossessa del governo, ha una forte propensione a distribuire sussidi per ingraziarsi gli elettori», scrive. E a noi, dati i tempi, subito appare l'orizzonte del Conte corsaro intermittente...

Professor Cassese, il premier Conte vorrebbe per la gestione del Recovery Fund una "task force dei consulenti". Renzi minaccia la crisi (salvo poi, in un documento presentato a Palazzo Chigi indicare una task simile). Chi ha ragione dei due?
«Ha ragione Renzi. Per un compito di questa portata non si può fare a meno dell'amministrazione ordinaria, rafforzandola nelle giunture che sono deboli. Invece, si è creata una macchina tutta esterna, salvo chiedere all'amministrazione di agire come soggetto attuatore».

Lei si è sempre espresso sfavorevolmente sulla gestione dell'accentramento dei poteri di Conte in pandemia. Se non sbaglio ha parlato di una "retrazione" delle prerogative costituzionali in stato di emergenza (con il Parlamento che non decide e la Consulta che non può esercitare il controllo). La pensa sempre così?
«Certo, sempre così».

Cioè: c'è uno svilimento in atto di Parlamento e Costituzione?
«Guardi, il Presidente del consiglio dei ministri "dirige la politica generale del governo", dispone la Costituzione; non fa il ministro della salute, il ministro delle infrastrutture, il ministro dell'economia e ora anche il ministro della ripresa. Deve operare a un livello superiore, assicurando unità di azione tra i ministri, ora anche con le regioni. Invece, vi sono continui sbandamenti, conflitti con le regioni, va e vieni di decisioni, incapacità di programmare».

Però è bizzarro. Conte rimprovera a Renzi d'essere un'anomalia, la Bellanova risponde che la vera anomalia è lo stesso premier in due governi di segno politico opposto. Dove vede lei le "anomalie"?
«L'assetto del governo in Italia ci ha abituato a tante anomalie che è difficile vederne di nuove. Non c'è dubbio che, se chi deve mantenere l'unità di indirizzo politico adotta due diversi indirizzi, guida due diverse e opposte maggioranze, firma due diverse leggi (pensi ai decreti sicurezza, che porteranno la stessa firma, pur avendo contenuti diversi, anzi opposti), siamo in presenza di una forte oscillazione».

Conte oggi rischia davvero? Eppure, Mattarella non vuole crisi al buio, nel caso si va ad elezioni, dice. Ma, poi, ci vogliono davvero andare alle elezioni? È possibile un governo di transizione?
«Vi sono stati governi tecnici, governi semi - tecnici, governi balneari. Penso che dobbiamo augurarci continuità dei governi, purché vi sia continuità dell'azione e delle politiche di governo, che non ci sono».

Mario Draghi si sta preparando a governare?
«Va chiesto a lui. Posso solo dire che ne ha autorevolezza ed esperienza»

Qualcuno parla di lei al Quirinale (non sarebbe male), l'opposizione punta su Sapelli, Tremonti o Giorgetti. Quanto è importante la partita del Colle?
«Più di un costituzionalista sostiene che la nostra è una Repubblica parlamentare a correzione presidenziale. E non c'è dubbio che la nostra Repubblica abbia un esecutivo ancipite, perché il Presidente della Repubblica partecipa anche alla funzione del potere esecutivo (pensi soltanto alla nomina dei funzionari, anche dopo la "depresidenzializzazione" voluta da Cossiga)».

Altro cruccio presidenziale è stato lo stallo sull'erogazione del Recovery Fund legato allo stato di diritto. Si è tutto sbloccato grazie all'intervento della Merkel su Polonia e Ungheria che non erano d'accordo mettendo il veto sul bilancio Ue. Soros ora parla di una "resa", Giulio Tremonti di una grave violazione della sovranità nazionale dei due stati e di ricatto. Lei che ne pensa?
«Penso che si tratti di un grande passo avanti dell'Unione europea, merito della fermezza del Parlamento europeo e della abilità e autorevolezza della cancelliera tedesca Merkel. Se nel secolo scorso vi fossero state possibilità di pressione del tipo previsto dal Regolamento approvato, non avremmo forse avuto né Mussolini né Hitler».

Ma come vede la gestione dei 209 miliardi del Recovery? Non ci sono buchi enormi nel plan italiano? Per esempio, non è citata la giustizia, poco il fisco, c'è un capitolo ambiguo sugli aiuti di Stato, in concreto mancano i provvedimenti amministrativi
«L'elenco che conosciamo (la versione al 9 dicembre) indica settori e obiettivi. Non ha la precisione del testo francese, che è più breve, ma più analitico. Mi pare carente per quanto riguarda il principale strumento, la pubblica amministrazione, per la quale sembra che tutto si esaurisca nella digitalizzazione, condita dalla semplificazione. E la motivazione dei dipendenti pubblici? E l'esondazione legislativa? E le troppe responsabilità? E i troppi giudici e organismi di controllo?».

Molte cose non sono chiare. Infatti la Lega si è astenuta sul voto al bilancio all'Europarlamento per "volerci vedere chiaro" su che genere di tasse saranno quelle che compenseranno i prestiti dai fondi. Al limite - dice la Lega-, meglio aspettare i soldi del Peep, il nuovo quantitative easing dalla Bce. In Europa, secondo lei è tutto chiaro sul tema?
«Io ritengo che questo sia il momento di dotare l'Unione di un proprio potere fiscale. Vogliamo potere usufruire degli aiuti enormi che sta dando agli Stati in difficoltà, dobbiamo anche dotarla di entrate proprie».

Il Mes tra gli stati della Ue non l'ha ancora toccato nessuno (440 miliardi). Hanno ragione le opposizioni quando dicono che con la riforma del Mes il Parlamento Ue e la Commissione si ridurranno solo a ratificare le decisioni di altri? Lei prenderebbe i prestiti del Mes?
«Bisogna rispondere a due domande. Quali condizioni sono poste al prenditore, lo Stato che ne usufruisce? Quali sono i costi? Se le condizioni riguardano solo il modo di utilizzo (spendere le risorse nel settore sanitario) e se il costo del debito (gli interessi da pagare) è più basso dell'indebitamento sul mercato, lo Stato ha convenienza a prendere i fondi del Mes».

Giuridicamente come si sta gestendo la pandemia?
«Male, perché c'è poca chiarezza nei rapporti tecnici-politici (perché non si rendono pubbliche tutte le valutazioni del comitato tecnico scientifico?), perché c'è un tira e molla Stato - Regioni, perché c'è poca chiarezza e sovrapposizione di indicazioni sui comportamenti consentiti, quelli vietati, quelli sconsigliati. Capisco che la situazione è difficile. Ma l'azione di governo potrebbe essere più lineare».

Parliamo di Giustizia. Il Consiglio d'Europa fa sapere che siamo gli ultimi nel continente. La lentezza della giustizia produce danni per -30 miliardi di Pil e -170 mld di mancati investimenti dall'estero. Cosa fare?
«Sono attonito, colpito dal silenzio che circonda questo grande problema. Il quadro che si presenta è drammatico. Lentezza dei giudizi. Procure che additano al pubblico ludibrio. Procuratori che esternano giudizi. Persone tenute sotto accusa per decenni. Politicizzazione endogena. Ho appreso che in una importante provincia italiana gli avvocati, per ottenere atti delle procure, si rivolgono direttamente ai giornalisti specializzati nel seguire i giudizi, ai quali arrivano gli atti delle procedure non coperti da segreto istruttorio. I modi di valutazione del Csm, per quello che si è appreso dalle registrazioni, sono sommari, clientelari, personalistici, non considerano il merito. In più, il corpo della magistratura sembra diviso in parti contrapposte. Gli organi che dovrebbero metter ordine, a partire dal Csm, sono silenti. E questo nonostante che nel corpo della magistratura vi siano persone eccellenti, con ottima preparazione, con grande equilibrio, ma che vengono sempre sopravanzate da una minoranza con caratteristiche diverse».

A proposito. Quali conseguenza si aspetta dal caso Palamara?
«Sarebbe sproporzionato proporre una inchiesta parlamentare?».

Professor Cassese, Natale rende più buoni. Che cosa si augura per il prossimissimo futuro?
«Che si riesca presto a uscire dalla pandemia e dallo stato di emergenza. Che si arrivi a un governo non precario. Che chi governerà abbia il coraggio dell'impopolarità». 

Dai blog