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Flavio Briatore contro il Corriere della Sera: "Simbolo del declino dell'Italia, ideologia a prescindere dai fatti"

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"Il declino dell’Italia" in una notizia. Flavio Briatore si è visto rendere giustizia sulla vicenda della famigerata Rolls Royce parcheggiata male che aveva mandato in tilt il traffico a Milano. Il Corriere della Sera l'aveva rilanciata con enfasi, lui aveva smentito invano e solo la confessione al Giornale di un gallerista, Luigi Proietti, autentico "sosia" dell'imprenditore cuneese, ha accertato la verità. Alla guida non c'era Briatore, ma il suo "gemello per caso". "A nulla sono valse le mie smentite, la spiegazione che non era la mia, che io non guido da vent’anni e passa una automobile. Che non ero lì. Niente", si lamenta ora il manager su Instagram. 

 

"La smentita non è stata pubblicata sino a quando, altri giornali ed altri siti hanno ricostruito i fatti spiegando che l’auto non era la mia, ma di un tal Luigi Proietti. Adesso, visto che non hanno il coraggio di ammettere i loro errori madornali, a fronte di mie smentite comunicate tempestivamente, parlano di un sosia di Briatore". E qui la vicenda diventa molto politica: "L’unico sosia che vedo in giro è quello dell’Italia: un paese che ha avuto in passato idee, artisti, imprenditori, talenti e che oggi si è rintanato nei propri pregiudizi, nelle sue pigrizie, nella propria ideologia a prescindere dai fatti. E la stampa ed i media, in questo, purtroppo fanno (spesso) parte del declino italiano". Eppure, conclude amaro, "sarebbe bastato poco. Bastava credere a Flavio Briatore".

 

 

 

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