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Diego Maradona, la impensabili parole della super-femminista: "Tossico, violento, machista. Eppure..."

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Diego Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi e per quello che ha fatto sui campi di calcio è giusto che tutto il mondo gli renda omaggio. Poi c’è il Diego uomo, e quella è un’altra storia, che come tutte le storie umane può essere giudicata in un senso o nell’altro. Chi siamo noi per farlo? È più o meno il dilemma che ha investito Romina Ferrer, celebre illustratrice e femminista, con alle spalle anni di lotta e militanza a favore dei diritti delle donne: una sua vignetta in omaggio al Pibe de Oro ha scatenato le femministe di tutto il mondo, che addirittura sono arrivate a minacciarla e a insultarla perché Maradona rappresentava il male. “Non giustifico la violenza di genere, piango una parte della mia vita che se ne va per sempre”, ha spiegato la Ferrer in un’intervista rilasciata a La Stampa.

 

 

“Maradona per me era un artista, un leader che lottava al fianco degli ultimi contro i potenti - ha continuato - una persona con problemi di tossicodipendenza e un uomo violento. Rappresentava il machismo al livello più estremo”. Ma nonostante ciò l’illustratrice ha provato un “dolore immenso” quando ha saputo della morte di Diego: “Io amo il calcio perché lui me ne ha fatto innamorare. Lui è la mia famiglia che piange di gioia dopo la vittoria del Mondiale ’86, io che scappo da scuola per vederlo agli allenamenti, è la mia infanzia”. A chi l’ha insultata e criticata ferocemente ha risposto così: “Nessuno ha il diritto di dirmi per chi posso o non posso piangere. Perché mai avrei dovuto negare quello che Diego ha significato per me? Questo non vuol dire farne un santo. Certamente mi sono interrogata: ‘Come posso piangere un uomo che rappresenta quello contro cui lottiamo’? Mi sono risposta che Maradona è il prodotto della nostra società machista. Ha riprodotto i ruoli e gli stereotipi del sistema patriarcale in cui è cresciuto, insieme a tutti noi. Se tutti quelli che hanno puntato il dito contro Diego, soprattutto le donne, lo facessero anche all’interno delle proprie famiglie, non esisterebbe la violenza di genere”. 

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