Otto e mezzo, Massimo Giannini: "Cosa diceva Conte il 9 agosto". Vaccino anti-Covid, il "messaggio sbagliato"
"Uscite deplorevoli". Massimo Giannini contro Giuseppe Conte e Andrea Crisanti. Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, il direttore della Stampa polemizza con il virologo, teorico dei "tamponi a tappeto", che ha sollevato "dubbi e scorciatoie" sul vaccino anti-Covid, concludendo: "Io a gennaio non lo faccio".
"Il vaccino? Perché a gennaio non lo faccio". Terremoto-Crisanti: dubbi inquietanti sul siero
"Sul Covid e sui vaccini c'è già un sufficiente disordine politico, non aggiungerei quello scientifico". Di qualcuno dovremmo pur fidarci, è la tesi di Giannini. "Prima di mettere sul commercio un vaccino per miliardi di persone, pur riconoscendo gli enormi interessi economici che ci sono dietro, saranno stati fatti tutti i controlli e le verifiche che procedure e protocolli universalmente riconosciuti prevedono". Anche perché, conclude, "se il vaccino si rivelasse dannoso, per le aziende coinvolte da vantaggio diventerebbe uno svantaggio economico". Quindi una tirata d'orecchie per il premier Conte: "Il 9 agosto a Ceglie Messapica, nel momento più allegro della movida estiva, disse: 'Quando il vaccino arriverà non credo dovrà essere obbligatorio'. Sono tutti messaggi sbagliati".