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Massimo Galli contro Zangrillo: "Denunciarlo? Non posso, non esiste il reato di negazionismo in Italia"

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Serrato botta e risposta tra Alberto Zangrillo e Massimo Galli, entrambi massimi esperti di coronavirus. I due medici, uno responsabile del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano, l'altro prorettore del San Raffaele, sono al centro dell'ennesimo scontro mediatico sul Covid. Diverse, infatti, le loro posizioni sull'argomento. "Il professor Galli mi accusa velatamente, e nemmeno troppo. Mi denunci", ha detto Zangrillo ieri 27 ottobre a L'Aria che Tira. Galli, infatti, in un'altra occasione aveva parlato di una folle estate di liberi tutti, senza mai nominare il medico di Berlusconi, che però a maggio aveva definito il virus "clinicamente morto". Immediata la replica del primario del Sacco: "Denunciarlo? Non posso - ha detto la stessa sera a Cartabianca, su Rai3 -. Non posso querelarlo perché il reato di negazionismo e riduzionismo non esiste in questo Paese. Forse per fortuna". Aggiungendo: "Ciascuno è responsabile di quello che dice e delle basi scientifiche su cui parla. Non mi voglio iscrivere tra coloro che hanno sottovalutato la cosa neanche vagamente".
 

 

 

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