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Alberto Zangrillo a L'aria che tira durissimo contro Massimo Galli: "Ex sessantottino e se ne vanta. Mi denunci e finiamola qui"

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Lo scontro tra virologi continua. Durissimo. Siamo a L'aria che tira, il programma in onda su La7, condotto in tandem da David Parenzo e Myrta Merlino. Il primo ospite in collegamento era Massimo Galli, che ha nuovamente invocato misure più restrittive e tratteggiato scenari catastrofici sull'andamento del coronavirus. Galli, per inciso, ha aggiunto che bisogna agire anche a costo di fare ulteriore danno all'economia. Tesi che però vengono rigettate, in toto, da Alberto Zangrillo, protagonista di un intervento successivo. In cui ha picchiato durissimo. "Credo che sia apprezzabile una gradualità d'intervento che consenta al CTS di prendere misure coerenti e proporzionate alla realtà che stiamo attraversando - premette -. Quelli che sono più ottimisti, che hanno dimostrato meno enfatizzazione in termine catastrofista sono coloro che hanno un contatto più diretto con la realtà clinica", ha premesso il medico del San Raffaele. Dunque, l'affondo contro Massimo Galli. Durissimo. "Galli? Ha un'antica militanza sessantottina di cui si fa vanto. Gli do un consiglio: mi denunci, e chiudiamola qua".

 

Dunque, Zangrillo ha tratteggiato uno scenario meno disastroso per quel che riguarda l'emergenza pandemiaca. "I ricoveri in terapia intensiva sono una netta minoranza. Il 65% delle persone che si presentano nei nostri Pronto Soccorsi viene dimesso entro le 9 ore". E ancora: "Forse la mia età non più verde mi permette di raccontare la verità senza eccedere né nell'ottimismo né nel catastrofismo. La realtà che osservo è quella di una situazione ben gestita dalle regioni di riferimento in cui si sarebbe potuto fare meglio e di più sul territorio", ha concluso Zangrillo. E ogni riferimento a Massimo Galli non è assolutamente casuale.

 

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