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Sabino Cassese sul coronavirus: "Calcolo elettorale nella gestione della pandemia, la pagheranno politici e amministratori"

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Una gestione che ha del ridicolo. Sabino Cassese descrive così, ancora una volta, l'operato del governo per far fronte all'emergenza coronavirus. Una dura accusa che il giurista avanza dopo la gestione della cosiddetta seconda ondata: "Vi è stata in generale una assenza di programmazione e di coordinamento". In sostanza per Cassese "la profilassi internazionale doveva essere gestita solo dallo Stato" e non dunque lasciare alle regioni la possibilità di pretendere i poteri, "salvo rinviare al governo centrale quando si tratta di assumersi responsabilità". Il giudice emerito della Corte costituzionale, interpellato dal Messaggero, non ha dubbi: "La gestione tutta politicizzata - anzi in mano ai partiti - della reazione alla pandemia ha aperto la strada al calcolo elettorale nella gestione. Questa consente una pubblicità quotidiana. Non si è calcolato, però, il costo di questa sovraesposizione mediatica, che finirà per ritorcersi su politici e amministratori, che finiranno per diventare i capri espiatori di ogni errore".

 

 

In poche parole i governatori hanno agito buttando l'occhio ai sondaggi e questo potrebbe portare a un effetto opposto quando "i problemi del fai da te regionale sorgeranno". Altro punto fondamentale di cui in pochi discutono è il sistema sanitario. Da giurista Cassese non può che ricordare che la materia è, per legge, "nazionale". "Di fatto - conclude - è una rissosa confederazione di venti sistemi regionali. Le regioni non cederanno mai la materia, perché rappresenta due terzi della loro finanza e molto di più del loro potere di lottizzazione". 

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