Michela Murgia, "boicottami stoc***". Insulta Salvini e chiede il linciaggio per Parente? Risposta clamorosa
"Boicotatemi stoc***o". Massimiliano Parente risponde per le rime al "processo rosso" intentato ai suoi danni dalla scrittrice sarda Michela Murgia, talebana di sinistra, e le sue accolite. Tutta colpa di un tweet di Parente, giudicato ovviamente sessista dalle ultra-femministe: "Sostituire per legge la parola patriarcale caz***o con la parola Murgia: mi hai rotto la murgia, fatti la murgia tua, che murgia vuoi, che murgia dici, non hai capito una murgia, mi stai sulla murgia, succhiami la murgia, testa di murgia". Ironia un po' greve, forse, che per la Murgia e compagne merita un linciaggio in pubblica piazza e non solo.
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Hanno fatto partire, infatti, la campagna social #boicottaunsessista, "con centinaia di nazifemministe - fa sapere Parente - che scrivono al mio editore, La Nave di Teseo, chiedendo di prendere le distanze da me e non pubblicare più i miei libri. Tutte contro uno". "Che carino, questo linciaggio di branco parte da chi fa lezioncine antifasciste, in genere in televisione e nei salotti culturali mainstream che contano, posti che io non frequento", attacca Parente. "Testa di murgia, niente al confronto di quello che può pensare un maschio nel sentirsi dire che è mafioso perché maschio, o misogino o vedersi insultare la figlia, come è capitato a me". Infine, la provocazione: "Sono più femmina io della Murgia, di sicuro ho avuto più donne e anche più uomini di lei".