Giancarlo Giorgetti, attacco alla sinistra: "Al voto col proporzionale? Un disastro per l'Italia, tutto per la paura di Salvini"
Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, conferma di aver votato no al referendum grillino. "Il sì ha aperto la strada a una legge elettorale che è il contrario di quello che ci serve. Il proporzionale contiene tutti gli elementi più negativi e deleteri per un Paese a cui invece occorrerebbero stabilità, governi certi, con deputati e senatori che rispondano ai cittadini e ai territori". Giorgetti è contrario alla visione che il proporzionale è anche figlio della paura di Matteo Salvini e dei "pieni poteri" sulla Costituzione. "Non possiamo condannare il Paese all'impotenza per paura di Salvini. Oltretutto la sinistra esulta perché Salvini avrebbe perso il consenso degli italiani, quindi non capisco che paura abbiano".
Il vicesegretario, in una intervista a Repubblica, parla anche dei risultati delle Regionali: "Da appassionato di calcio, assistiamo a uno strano fenomeno: è come se i tifosi dell'Atalanta fossero costernati e delusi perché sono finiti in Champions League. Ma noi in Toscana abbiamo quasi vinto. Al contrario vedo il Pd che esulta: come se gli juventini festeggiassero per essere entrati in zona Champions senza aver vinto lo scudetto. Se hanno paura che noi si vinca con il maggioritario, per riscrivere le regole facciamo come nel 1946. Un'assemblea costituente eletta, quella sì, con il proporzionale".
Sulle strategie della Lega Giorgetti è con Salvini: "Per me il voto regionale non cambia la strategia. Al Sud basta vedere la sfilza di liste che hanno appoggiato De Luca o Emiliano per capire che è un voto, non dico clientelare, ma sicuramente basato su preferenze. E lì facciamo più fatica perché non siamo radicati, non abbiamo pacchetti di voti da portare e ci vuole tempo per costruire una classe dirigente. Non si interrompe quindi il progetto di Lega nazionale. Ma va sicuramente precisato e affinato quello che la Lega propone all'Italia. Di questo abbiamo discusso con Matteo Salvini. E chiaro che il lockdown e il cambiamento che si è avuto nella società impone una riflessione. Dobbiamo preparare una proposta per le politiche. Dobbiamo essere inclusivi e aprirci a mondi che ci guardano ancora con diffidenza e sospetto. E, se abbiamo fatto degli errori, li dobbiamo correggere", conclude Giorgetti.