Giovanni Toti, un aspro consiglio a Matteo Salvini: "Le doti che servono per essere un capo. Metto a disposizione la mia esperienza"
"Metto l'esperimento ligure a disposizione del centrodestra nazionale. Per Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi. Per chiunque voglia cogliere la morale di questo risultato". Giovanni Toti parla così della sua vittoria in Liguria, mettendo a disposizione la sua esperienza politica per tutto il centrodestra. Il governatore ricorda anche perché nell'estate del 2019 abbandonò Forza Italia quando stava per diventarne coordinatore nazionale: "C'era e c'è ancora necessità assoluta di dare aria alla casa dei moderati. Io ero a disposizione. Berlusconi, verso il quale proverò sempre e comunque gratitudine, era d'accordo. Poi ome nella Russia degli anni Sessanta, l'apparato militare-industriale di Forza Italia fece resistenza. Stava per diventare una operazione gattopardesca. Non c'erano più le condizioni. Così me ne andai".
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Toti, nell'intervista al Corriere della Sera, parla anche di Matteo Salvini e critica alcuni atteggiamenti del leader della Lega: "Per essere il capo, servono due cose. I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Matteo potrebbe essere l'architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l'altra. Un candidato premier come Matteo deve avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito. Deve intestarsi le vittorie, come faceva molto bene Berlusconi, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio, Ancora amici? Lo siamo ancora, almeno credo. Ma da lui e dai suoi mi aspettavo sorrisi e brindisi, non i musi lunghi di questi giorni. Questa dovrebbe essere la differenza tra il segretario di un partito e il leader di uno schieramento", conclude Toti. Parole che hanno fatto rumore, tanto che il governatore, nel corso della mattinata a L'aria che tira, ci ha tenuto a puntualizzare sul fatto che si trattava di "critiche fatte col sorriso", insomma un "consiglio da amico" a Salvini per poter magari un giorno salire a Palazzo Chigi.