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Silvio Berlusconi, Carlo Rossella dice la sua sulla malattia del Cav: "Silvio è un osso duro"

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Carlo Rossella,  ex direttore della Stampa, del Tg1, Tg5 e presidente della Medusa Film, la società di produzione distribuzione del gruppo Fininvest. Conosce Berlusconi da anni e parla del suo contagio causa Covid. "Mi auguro che guarisca il più presto possibile e che il Covid non gli lasci qualche danno: attacca i polmoni e può lasciare strascichi. È un virus insidioso, è la malattia del secolo come la spagnola dopo la seconda guerra mondiale. Mi auguro che abbia tanta fortuna di guarire, come ha fatto tutte le altre volte. Il presidente è sicuramente in ottime mani, quelle del professor Zangrillo. Ha fatto bene a intervenire subito". Il rischio è che l'assenza di Berlusconi possa avere effetto sulle regionali: "Certo, con una campagna elettorale fatta personalmente, Berlusconi è sempre stato determinante, ma credo che i simpatizzanti si mobiliteranno, anche quelli che negli ultimi anni non hanno più votato Forza Italia. La sua malattia mobilita. Nel segreto dell'urna un voto al Cavaliere malato lo danno", svela il giornalista in una intervista alla Stampa.

 

 

È la caccia all'untore? "Mettere in croce Barbara, Briatore o altri è demenziale, sono le classiche fake news. Può essere stato chiunque, una delle tante persone che lavorano per e con Berlusconi, uno dei tanti visitatori. Vai a vedere... Il contagio può avvenire dove e quando meno te lo aspetti, con un tizio che incroci casualmente e con uno di quei disgraziati che ti baciano per strada... Comunque Berlusconi è un osso duro, ha vinto tutte le malattie: è sempre prevalso con la sua volontà, grazie ai medici che lo hanno curato e anche con la solidarietà ricevuta. E sì anche la solidarietà che gli è stata tributata serve moltissimo", spiega Rossella che dà un consiglio alla famiglia del Cav: "Meno dichiarazioni si fanno meglio è. Facciano parlare il medico, solo il medico. Zangrillo, oltre ad essere un ottimo medico, è anche un bravissimo comunicatore. Devono adottare il classico metodo che in passato, ma anche oggi, viene usato per i grandi statisti malati o in ospedale. Così è stato fatto per i Kennedy, per Mao, Breznev, Mitterand. Anche il premier giapponese Abe è stato avvolto nel silenzio. Parla sempre e solo una persona".

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