Coronavirus, Massimo Cacciari attacca il governo: "La politica della paura è morte, auto-sepoltura"
Volete definire anche Massimo Cacciari un pericoloso "negazionista"? O forse sovranista? Fate voi. Di sicuro, da tempo, il filosofo è assai critico contro il governo. Sotto ogni aspetto. Gestione del coronavirus compresa, e lo conferma in una durissima intervista concessa a Il Giorno in cui punta il dito contro "la politica del terrore". "Il termine paura deriva da 'phobos' e da qui le fobie. Ma ha la stessa radice di 'feugo', che vuol dire fuggire. Ma se la paura ci fa fuggire, è un disastro, una pre-morte", premette Cacciari. Dunque, aggiunge in modo chiaro: "Bisogna tornare a lavoro, bisogna tornare a scuola e nelle università. Ogni assenza, per il terrore del virus, sarebbe una diserzione intollerabile. Non possiamo permetterci un altro lockdown. Sarebbe una catastrofe".
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Dunque, l'ex sindaco di Venezia spiega che "la paura è qualcosa di ragionevole, perché siamo in presenza di un'epidemia che non è passata e per la quale non abbiamo strumenti efficaci per combatterla. Ma la paura - sottolinea - non può e non deve trasformarsi in fuga. Dobbiamo capire che, superata una fase di estrema emergenza che poteva anche consigliare il chiudersi in casa, questa non può essere una situazione che si ripete perché altrimenti non si trasforma neanche in fuga ma in morte. In auto-sepoltura", profetizza. Esempi pratici? "Non è possibile, per esempio, che a Milano su 30mila dipendenti del comune ve ne siano solo tremila in ufficio. Questo significa non fare gli atti e chi paga per questo sono sempre i cittadini più deboli economicamente e culturalmente".
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Dunque, l'accusa al governo di Giuseppe Conte si fa più circostanziata: "Bisogna che ci sia una politica che non enfatizzi la paura e che, anzi, agisca per all'opposto e si muova per trasformare la paura in intelligente precauzione. Il messaggio, per esempio, non può essere quello quotidiano del bollettino dei contagiati e dei morti a prescindere", conclude un inappuntabile Massimo Cacciari.