Carlo Calenda azzera le Sardine: "Industria fondata su schiavismo? Vi siete bevuti il cervello, siete vecchi"
Ormai Mattia Santori e le sue Sardine fanno quasi tenerezza. Ogni tanto provano ad introdursi del dibattito politico, ma spesso risultano fuori luogo e pure fuori tempo: il loro effetto è già svanito, non le segue (quasi) più nessuno. E così il loro unico momento di gloria è grazie ad uno scontro con Carlo Calenda, che affetta i pesciolini senza alcuna pietà. Tutto parte da un commento del movimento su alcune affermazioni di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che ha rivendicato “vogliamo i contratti, ma siano rivoluzionari” in una lettera inviata a tutte le associazioni del sistema. “Per il 202 cosa proponiamo? La servitù della gleba? Chiedendo di slegare salario e orario di lavoro non si passa per rivoluzionari, stia tranquillo”, è stata la replica delle Sardine.
È a questo punto che è entrato in scena Calenda: “Bene, direi una risposta seria, articolata e dai contenuti pacati. Contribuirà certamente a quel clima di concordia e a quel nuovo linguaggio rispettoso che le Sardine auspicavano per il paese”. Il leader di Azione ha fatto centro al primo colpo, provocando la reazione ferita del movimento: “Lo vada a chiedere a un cottimista se vuole la ‘concordia’ con il suo capo che lo fa lavorare come uno schiavo per uno stipendio da fame. Poi vi lamentate del sentimento di antipolitica crescente nella società: iniziate dal rispondere ai bisogni reali del paese”. Non è tardata ad arrivare la contro-replica di Calenda: “L’industria italiana fondata sullo schiavismo? Ma vi siete bevuti il cervello. Vi dovreste interrogare su formazione, istruzione, digitale. Capire le differente tra patologie da combattere e eccellenze da far evolvere. Parlate come un collettivo degli anni ’70, siete vecchi”.