Mattia Santori, la biografia delle sardine: "Chi è davvero, sognatore e vulcano d'idee". Travolto dagli insulti
"Chi è Mattia Santori?". A rispondere, con una clamorosa "biografia", sono le sardine, il movimento che lui stesso ha fondato lo scorso novembre a Bologna per sbarrare la strada a Matteo Salvini nella scalata alla Regione Emilia Romagna. La risposta è più o meno un ragazzo a metà strada tra il Premio Nobel e la santità. "Per mesi lo hanno insultato, deriso, odiato, amato - si legge sulla pagina Facebook 6000 sardine, quella ufficiale -. Alcuni gli hanno augurato la morte, altri lo hanno snobbato, altri ancora, invece, sono scesi con lui in Piazza per inseguire un grande sogno". Di fatto, una agiografia. Santori, al di là dell'imbarazzo per tanta retorica, forse dovrà pure iniziare a fare gli scongiuri.
L'anonimo biografo lo descrive come "un sognatore, un vulcano di idee ed emozioni, di visioni, di prospettive. Una persona estremamente sensibile e coriacea al tempo stesso, che empatizza le sofferenze altrui ma che si batte fino allo stremo per una giusta causa. Un trascinatore che ama coinvolgere ed essere coinvolto, un eterno ragazzo che crede di poter cambiare il mondo partendo da un cambiamento interiore". Avevamo Che Guevara in casa e non ce n'eravamo accorti. O forse era Gandhi? O perché no tutti e due insieme? Meglio abbondare, in certi casi, soprattutto quando ci si deve far sentire bene dal capo. L'estensore della biografia affronta dettagli piuttosto trascurabili, dagli studi all'amore per i viaggi, dai voti a scuola alla sua "vita vagabonda, in bici con gli amici". Siamo dalle parti di Di Battista: Santori non è l'ideologo ("a quello ci pensa più Andrea Garreffa", assicura la biografia) ma "il front man, il leader riconosciuto". "Tante persone si aspettano tanto da lui e la sensazione di non fare mai abbastanza lo divora. Mattia si è messo in gioco, ci ha messo la faccia e la reputazione". O ancora: "La sua presenza in televisione, il suo tenere testa a vecchi lupi della politica sono stati d’esempio per tantissimi di noi", e via di massime e citazioni da diario Samarcanda. E i commenti, al post e in rete, sono tutto un programma. Dalla santità alla graticola, la strada è molto breve.