Gianluigi Paragone contro Draghi: "In coerenza con quello che penso di lui. Ci dica la verità"
Gianluigi Paragone evita peana per Mario Draghi dopo il suo discorso al Meeting di Cl a Rimini. "Mi smarco, in coerenza rispetto a quello che ho sempre pensato sull'uomo. Iniziamo dal "Debito" e dalla sua distinzione tra debito buono e debito cattivo. Signor Draghi, ma i derivati che sono stati piazzati nei bilanci dello Stato quando lei ricopriva incarichi importanti sono debito buono o sono debito cattivo? Laddove non se lo ricordasse, può farsi aiutare dalla signora Maria Cannata, storica e silente dirigente che ha avuto in mano il debito pubblico italiano per 17 anni. Ma sono certo che nemmeno in quel caso la tossicità dei derivati (debito cattivo) troverà mai una parola di verità: evidentemente la scuola gesuita che ha allevato Draghi ha lasciato il suo segno", la prima critica del senatore grillino all'ex governatore della Bce.
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Inoltre Paragone ricorda il ruolo di Draghi "nella svendita sul Britannia prima e nei Palazzi dopo, di pezzi strategici e importanti di asset pubblici. Cosa vi ispirò? Se l'esigenza di fare cassa, manco ci riusciste perché l'affare l'hanno fatto gli altri; se regalare vantaggi a coloro che poi avrebbero dovuto costruirci una porta di servizio attraverso la quale entrare nell'euroclub, allora si, ci siete riusciti e infatti ne paghiamo ancora le consegne. Chi ha tradito l'Italia e gli italiani non può pensare di parlare dall'alto come se fosse un papa laico". Insomma Paragone rinforza la sua battaglia per l'Italexit e contraddice il pensiero unico della stampa italiana su Mario Draghi: "Gli osanna che si stanno levando a favore di Mario Draghi e che si leveranno in futuro fanno parte di una narrazione mainstream, fanno parte del racconto dei vincitori i quali non si sono nemmeno dovuti sporcare le mani in battaglia perché le élite in battaglia nemmeno ci vanno. Hanno i gazzettieri e i damerini al loro servizio".