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Gaia Tortora, il dramma: "Mi sono accasciata al suolo. E anche con Mentana...". Il dramma durante la diretta su La7
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"Non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno ai miei colleghi". Gaia Tortora confessa tutte le sofferenze dopo l'arresto del padre Enzo, la vittima più famosa di errori giudiziari: "Tutto il mio dolore è esploso a quarant'anni. È stato il mio corpo a dirmi che non potevo più sopportare quel peso. E sono cominciati gli attacchi di panico: in diretta, mentre conducevo il telegiornale, sudavo, tossivo, andavo in affanno, non riuscivo più a parlare". La conduttrice di Omnibus, nonché vicedirettrice e capo della redazione politica del TgLa7, al Giornale spiega quanto sia stata difficile la vita dopo l'apparizione dei primi attacchi di panico: "Ci si vergogna, si cerca di nasconderli. Anche io me ne vergognavo. Ero come una bomba a orologeria: prima o poi l'esplosione avviene".
La giornalista ha rivissuto, seppure in là con il tempo, i suoi tredici anni, quando il padre è stato portato via in manette. "In quel periodo conducevo un notiziario flash al mattino, direttore del TgLa7 era ancora Antonello Piroso. A un certo punto mi sono bloccata: ho tagliato tutto, salutato e mi sono accasciata al suolo. Subito la regia ha mandato la pubblicità. Ho pensato che fosse solo un momento di stanchezza, di pressione bassa. Poi si è ripetuto molte volte, anche quando conducevo il telegiornale delle venti nei fine settimana in alternanza con Mentana: mi impappinavo, respiravo a fatica, arrivavo alla fine in affanno. Per giustificarmi dicevo che mi ero strozzata con le noccioline, che avevo il raffreddore, che non stavo bene Apparire in tv era diventata una sofferenza".
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E anche questo è uno dei tanti motivi che ha fatto innervosire la conduttrice, quando Marco Travaglio, manettaro per eccellenza, ha detto che "non c'è nulla di scandaloso se un presunto innocente è in carcere". "In questo paese va così - chiosa senza proseguire nella polemica che l'ha vista protagonista -. Travaglio può insultare chiunque, perché cane non morde cane, non ci si mette contro di lui, in un certo ambiente se dici alcune cose è difficile farsi accettare, ma io ho detto e dirò sempre quello che penso. Ormai lui mi fa tenerezza. Ma le parole hanno un peso: non lo faccio solo per mio padre, ma per tanti altri, cui posso dare voce avendo io una veste pubblica".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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