Sgarbi sfodera Zangrillo e Bassetti contro il "vanesio" Ricciardi: "Quando parla sembra dispiaciuto se i morti sono pochi"
Vittorio Sgarbi ancora scettico sugli allarmismi da coronavirus. Il critico d'arte non cambia idea e lancia l'Osservatorio sulle libertà: "Ho voluto chiamare scienziati altrettanto coraggiosi, Tarro, Zangrillo, Gismondo, Bassetti, lo stesso Silvestri, dimissionario", ha spiegato in una lunga intervista al Tempo, aggiungendo i consigli per sconfiggere il Covid-19. "Bisognava ascoltare chi diceva, come un altro grande medico, il dottor Mantovani dell'Humanitas, che bisogna fare due cose: stare all'aria aperta, e invece ci hanno reclusi in casa; proteggere i nostri vecchi, e invece abbiamo "arrestato" i giovani".
Ma dall'invettiva di Sgarbi come può mancare Roberto Speranza, ministro della Salute. La sua colpa? "Avrebbe dovuto tenere a distanza un vanesio come Ricciardi - tuona senza mezzi termini il critico -. Quando lo senti parlare sembra dispiaciuto se i morti sono pochi. Sarebbe stato meglio assumere un matematico. Un virus non dura più di 70/90 giorni. Invece il ministro ha preferito fare ricorso ai catastrofisti, ignorando quella parte della scienza più prudente rispetto alla pandemia. Eppure non si tratta di matti". Per non parlare poi di Giuseppe Conte che - a detta di Sgarbi - ha agito in ritardo "sotto dettatura di Rocco Casalino". Ma questo lo si sapeva già.