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Paragone: "Per fondare un nuovo partito ci vogliono le palle" (e anche un po' i soldi)

Gianluigi Paragone

Francesco Specchia
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La bomba, la provocazione, il lampo nella notte istituzionale è venuto dall’agenzia Bloomberg: “Entro luglio il senatore Paragone vuol fondare un suo partito per portare l’Italia fuori dall’Unione Europea e dall’euro”. Mica pizza e fichi. Sovranismo allo stato puro.

Caro Gianluigi Paragone, alla notizia di un tuo nuovo partito due sono state le scuole di pensiero: “è un’immensa prateria da cavalcare” e “è una pirlata di cui non si sentiva il bisogno”. Quale risposta accendiamo?

“Sarebbe, in realtà, l’unica occasione pubblica per testare il sentiment degli italiani sull’Unione Europa; di imbastire quel famoso referendum sull’uscita dall’euro che non è mai stato fatto. Cosa c’è, in fondo, di più bello, chiaro e democratico? Se non verrà accolto vorrà dire che io avrò perso e che, nella percezione comune, non corrisponde l’idea di un’Europa al servizio della grande finanza e delle banche, la mia solita battaglia. Ma non credo”.

 

 

 

 

Già me l’immagino: “Italexit”, il sogno sovranista che si fa carne…

“Non so se si chiamerà “Italexit”, diciamo che per ora è una suggestione…”

Sarà una suggestione però Bloomberg vi descrive come il contraltare No-euro di Italia Viva. E’ vero che Nigel Farage si è lasciato distrarre dal suo show tv pro-Brexit grazie al tuo progetto?

“Siamo in contatto con Farage, è molto interessato all’idea, offre molti spunti al suo progetto. Se Renzi fa il 4% noi faremo molto di più. La Ue, al di là dei proclami, non ci sta concedendo nulla. Anzi, l’assunto di partenza è che l’Unione Europea parte strutturata male: c’è la Germania che si appropria di tutto e lascia agli altri le briciole. E il problema è che molti oramai pensano che le briciole siano il pasto vero. Tutto questo fa male all’economia reale, alle famiglie, ai lavoratori e alle piccole e medie imprese”

Scusa, ma esci dall’Europa ora che la Ue -bene o male- ha previsto proprio per il Covid un bazooka da 1350 miliardi, 172 dal Recovery Fund solo per l’Italia? Non c’è un tempismo sbagliato?

“Guarda, lo vedremo presto se l’Europa ci riempirà di soldi. Il bazooka, vedrai, non riuscirà a scaricarsi a terra, noi quei soldi non li vedremo mai perché non solo passano dalle banche, ma sono sottoposti a condizioni, perimetri e procedure difficilissime da mantenere; c’è tutta un ‘impalcatura finanziaria che non tiene conto dell’economia reale che sono le imprese, i commercianti, i professionisti, le famiglie che stanno donando il sangue gratis. La Ue ha un’architettura costruita per le elìte e la Bce non è prestatore di ultima istanza”.

Perdona se insisto, ma in questo momento mi pare che le cose stiano diversamente. Nel Pandemic Crisis Support la linea di credito pandemico del Mes, per dire, la Ue, con la Bce che è il suo braccio armato, di fatto è prestatore di ultima istanza dei governi in difficoltà (come il nostro) e si parla perfino di interessi negativi. E questo è assai sovranista…

“Ma il presupposto, per me, è sbagliato. Io non credo nella Ue e non credo affatto che la Bce sia il suo braccio armato, almeno fino a quando non sarà in grado di stampare moneta e di monetizzare il debito. Cosa che, invece, sta nelle prerogative della Bank of England o della Federal Reserve americana. Noi stiamo subendo il Pil a -13% che è una cosa che non s’è mai vista al mondo, una crisi assurda! Ma non è come in America dove la banca centrale può stampare moneta illimitatamente. Qui si pensa solo a dare morfina per i mercati finanziari, qui di fatto ci stiamo indebitando per uscire dalla crisi”

E quindi tu che proponi?

“A questo punto io esco direttamente dall’Europa, m’informo degli strumenti che ho a disposizione e stampo moneta, e tra l’altro, guarda che non c’è manco più problema d’inflazione, magari ci fosse. Io faccio come Alessandro Magno col nodo di Gordio: lo taglio direttamente senza stare lì a scervellarmi su come scioglierlo…”

Da Alessandro Magno ad Alessandro Di Battista. Nel nuovo partito ci sarà pure lui, tra un viaggio e un libro, una dichiarazione sui gay e una sulle droghe leggere?

“Non so, io e Di Battista non siamo Albano e Romina. Fare un partito non è come organizzare una partita di calcetto, dove ti scegli i giocatori. Tu metti in campo una tesi politica e dopo vedi chi ci sta. Ci vogliono le palle”

E ci vogliono i soldi…

“Sì, ma soprattutto le palle. E se tu vuoi attizzare la polemica sulle dichiarazioni di Dibba, non attacca. E’ una polemica trita come quella sul leghista Pillon che vuole bloccare i siti porno. Francamente, dal lockdown in avanti, io mi sono abbastanza rotto di queste continue contrazioni delle libertà individuale, io rivendico il mio diritto di andare nei siti porno. Non se ne può più, dài”

Il quotidiano sovranista L’Unico sostiene il tuo partito futuro. Però dice anche che ad avere il tuo stesso progetto sono l’ex generale Pappalardo – che però non è affidabile perché si veste di arancione come uno dell’Anas ed è stato sottosegretario socialdemocratico con Ciampi- e Sara Cunial, lady No-Vax con una particolare predilezione per le scie chimiche. Li vedi come concorrenti?

“Pappalardo e la Cunial fanno quel che vogliono. Mettiamoci in competizione, seriamente, con i nostri programmi e vediamo chi vince. Ma vinco io. Perché è una questione di visione strategica. Prendi le idee delle Cunial, sono limitate: è fuori di dubbio che Big Pharma (in rappresentanza delle le grandi case farmaceutiche, ndr) abbia interessi sul Mes perché intascherà parte dei soldi allocati per la ricerca del vaccino antiCovid, ma non per questo io mi debbo per forza mettere a fare il No Vax, questo rientra in una più amplia battaglia antiliberista, che io combatto da anni”

Se io ti faccio questi nomi: Tiziana Drago, Mattia Cruccioli, Marinella Pacifico, tre senatori del M5s in predicato di passare alla Lega, cosa ti viene in mente?

“Che solo qualche mese fa anche a me fu assegnato un passaggio verso Salvini da traditore, eppure eccomi espulso ma ancora qua. E che il M5S ormai è una fake news politica, un partito inutile fatto da incapaci. Con alcuni di loro puoi andarci a bere una birra insieme, ma la politica è altro. Ma non farmi giudicare i miei ex colleghi, ci penseranno gli elettori”

La notizia economica di queste ore è la prossima approvazione del Golden Power, il potere speciale d’intervento dello Stato su società strategiche, a difesa anche delle Borsa. Cosa ne pensi?

“Il Golden Power è giusto. Si doveva già farlo prima, invece di svendere i gioielli di famiglia, le nostre grandi aziende alle multinazionali straniere. E non parliamo quando arriverà il 5 G e la Cina cercherà di colonizzarci ancora come sta facendo con la Via della Seta. L’Italia è come un’immensa via Paolo Sarpi di Milano, dove arrivano i cinesi, silenziosi, educati, con la valigetta del contante e cominciano con educazione e silenzio a comprarti i negozi”

Ma, in tutto questo, tu e Di Battista non dovevate fare uno spettacolo teatrale, poi?

“C’era l’idea di fare questo spettacolo per raccontare i danni della finanza all’economia reale. Era più un’iniziativa culturale da seguire con leggerezza e divulgazione. Sarà per la prossima volta”. Ho idea che lo spettacolo arriverà comunque…

 

 

 

 

 

 

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