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Giampiero Mughini contro il giornalista del Fatto quotidiano: "Analfabeta, poveraccio, non sa nulla"

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Colpi di badile sul Fatto quotidiano. Con una lettera a Dagospia, Giampiero Mughini si scaglia contro "un semianalfabeta che gridava allo scandalo perché aveva scoperto che il presidente della Regione Siciliana, Nello Musmeci, molti anni fa aveva scritto un libro su Filippo Anfuso, un catanese che è stato al vertice del fascismo italiano degli anni Trenta, e tanto più che il seminalfabeta (Giuseppe Lo Bianco, ndr) ne ha dedotto (palesemente senza averlo letto) che era un libro nientemeno che apologetico di un ministro fascista che pure è stato processato e assolto dall’accusa di essere stato il mandante di quei delinquenti che in Francia assassinarono a colpi di coltello i fratelli Carlo e Nello Rosselli".

 

 

 

Senza contare, sottolinea Mughini, che "in una bilancia ideale Anfuso pesa di più e meglio che 50 degli attuali dirigenti del Movimento 5 Stelle. Diciamo una quindicina di volte in più che Dibba o altri cinquestellati che sul 'Fatto' vengono trattati coi guanti bianchi e non capisco davvero il perché". D'altronde, conclude Mughini, "un libro similare io l’ho scritto trent’anni fa su Telesio Interlandi, il giornalista fascista più accanito e più caro a Mussolini, e sono felice che due anni fa la Marsilio abbia voluto ripubblicarlo. Al tempo della sua prima edizione, il 1991, una marmaglia di semianalfabeti, mi riempì di insulti. Poveracci, gente che non sa nulla di nulla né più né meno del collaboratore del Fatto da cui ho preso lo spunto". E tanti saluti al direttore Travaglio.

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